[ ripresa e proseguo piu’ lineare di questo post ]

Da marzo 2007 ho fatto una discesa molto piu’ pesante nel mondo della Rete, anche seguendo un progetto che a breve uscira’ in forma organica e piu’ matura rispetto agli scorsi mesi, ma dove nel frattempo ho proseguito lo studio e qc prima applicazione del tema portante di questo blog, il Semantic Web.

Il flusso informativo e’ assolutamente aumentato, e diversificato rispetto agli utilizzi della Rete antecedenti, e ho iniziato un confronto maggiore con l’esterno, tramite i barcamp e non solo…
E devo dire che quegli eventi sono per me una gioia, proprio per la compagnia creatasi e per la possibilita’ di ritrovarsi e di lavorare a progetti comuni e ad idee comuni, e alla loro potenziale intersezione e maturazione nel tempo.
Imperdibile, e senza prezzo davvero.

E’ anche vero che tutto questo ha un costo, e crea un bisogno ed una necessita’: migliorare la gestione di questo incredibile flusso che ci attornia e ci sommerge, se non stiamo attenti a come gestirlo.

E nel medesimo istante, poter iniziare a capire le potenzialita’ di un salto tecnologico in atto, che da quello che sento e quello che leggo, vedra’ nel 2008 un predominante arrivo anche alla massa.
Che ci creda a queste tecnologie o meno, inizieranno a dimostrare il loro valore finalmente.

Ovviamente intendo tutto cio’ che ruota attorno al Semantic Web.

Adesso che persone chiave come Benjamin Novack stanno rilasciando tool basati sul LAMP, e quindi di facile utilizzo e di massima distribuzione, e che iniziano a delinearsi gli standard definitivi per completare il giro iniziato nel 2003 con la versione standard di RDF, e con la definitiva uscita di SPARQL ( l’analogo di SQL per i database relazionali, rispetto al Web of Data per capirci ).

Che persone come Enrico facciano dei post riassuntivi chiari e limpidi come questo:
-> Web Semantico: semanticizzare un WordPress blog (Parte 1)

Che persone come Alberto D’Ottavi chiedano e vedano l’esigenza di molto piu’ di un aggregatore, [ al quale sto in effetti lavorando in RDF e compagnia bella ] , vuol dire solo una cosa: i tempi sono maturi ormai.

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Certe dinamiche da affrontare sono complesse, quasi come poggiassimo lo sguardo su un prisma, piu’ si cerca di mettere a fuoco la cosa e piu’ ti si divide in mille fasci di luce che non ti aspettavi di trovare…

In tutto questo dipanarsi e schiarisi di idee e concetti, in questi giorni mi ritrovo abbastanza in questo post:
-> Bisogno ≠ richiesta

[…] è essenziale distinguere tra bisogno e richiesta. Spesso i clienti, ma anche in generale le persone con le quali interagiamo, ci fanno delle richieste. Esse nascono per soddisfare un bisogno.
In linea di massima, un bisogno può essere soddisfatto in modo diversi. Spesso chi “chiede” qualcosa non si rende conto che dire no alla sua richiesta non è segno di mancanza di volontà di soddisfare quel suo bisogno. A volte non si può procedere in quel modo, oppure ci sono mezzi e strade migliori che permettono di raggiungere un certo scopo più facilmente o con un effetto ancora più visibile.

Quante volte invece, ci si ferma alla richiesta pensando che sia una sorta di linea del Piave: “se non la soddisfi è perchè non vuoi aiutarmi” oppure “questo è ciò che serve per risolvere il mio problema in azienda, non altro”. Vale anche in politica, ovunque. Bisognerebbe sempre cercare di capire “cosa c’è dietro” e non soltanto “fare quello che mi chiedono”.

I grassetti sono miei.

La comunicazione e l’arte di intendersi e’ un processo sempre in evoluzione, e non si e’ mai troppo bravi o troppo preparati nel saperlo fare.

Questo puo’ essere un valido aiuto nello stilare i nostri pensieri, provero’ ad adottarlo:

-> How to get your slides noticed » SlideShare

Altro non vorrei aggiungere: seguite il mio tumblr per capire di cosa mi sto interessando in questi giorni…

Diciamo che si sta cercando di dipanare il velo attorno a FullOut, ci sara’ uno step importante a breve…

La prossima settimana…

work in progress

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Ora i miei 2 cent rispetto alle vicende di questi giorni, drammatiche certo.
Ma non fondamentali per i fatti in se’.
[ Io avrei chiuso il calcio 5 anni, dopo certi eventi, quindi non faccio testo ].

Riflettevo, pero’, sulle modalita’ e sul modo di gestire certi eventi da parte dei nostri cari media tradizionali.
La tendenza, soprattutto, mi fa pensare. Piu’ che il singolo evento. Con i suoi particolari.

Concordo con quanto detto da Luce nella Rete:

Ancora una volta le istituzioni si comportano come dei dilettanti ed i giornalisti sono totalmente incapaci di dare le notizie nel modo e nella giusta misura. Non possiamo proprio fare a meno del calcio? Io mi preoccuperei di ben altro. Un paese civile non può fare a meno di certezza del diritto, sicurezza e prevenzione.

Anche se mi muoverei su temi diversi, ma l’idea di partenza e’ comunque questa.

Mi sembra che molta dell’informazione in Italia, che abbia un certo riverbero nella Comunita’, sia molto piu’ vicina allo stile di Novella 2000 che ad un’informazione degna di una democrazia occidentale, all’affacciarsi di problemi come questo, ad esempio…
-> EIA: la produzione cala ancora.
Oppure questa trovata dell’ENEL magari,
-> Bioraria ENEL: l’ennesima “idea” geniale?

Qualcosa di utile per riempire i nostri discorsi quotidiani, dal rapporto 41, a qualche sfogo legittimo

Nei giorni di freddo che stiamo iniziando a vivere, il pensiero sulla bolletta energetica che ci ritroviamo sul groppone e su come stiamo cercando di affrontare la questione, arriva inesorabilmente a galla nella mia coscienza…

Il nostro peso ecologico, insomma.

A volte mi viene il dubbio che l’intelligenza collettiva non sia cosi’ intelligente, a dirla tutta.
Oppure che faccia fatica ad emergere, ancora con sempre maggior chiarezza.

Forse anche in relazione al vecchio discorso sull’opinione pubblica e il suo ruolo.
[ un’ottima sintesi di spunti su questi aspetti, fatta tempo fa ]

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Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento