Open Data in Italy has a lot to tell about some stories characterised by a really interesting bottom-up approach.
I like the idea that we should innovate without permission, as David Osimo said some time ago and many other experts agreed. “ We can make an augmented government with the right tools“.

Here are some notes on what’s happening in Italy around these topics.

Working Groups to help municipalities going through Open Data

There is a news on epsiplatform about Alessandria and its initiative related to a multi-stakeholders approach to Open Data. Alessandria is a municipality which has a default: it’s interesting how trasparency and re-use of data will help a better governance.

This isn’t a novelty: Florence had opened Open Data supported by Wikitalia, standing on the shoulders of its communities. We, as a community, can be a sort of “push” actors, and supporters against those who don’t understand the value of these actions inside the government and the administration.

There is also the case of Palermo, who has been publishing Open Data since the 23rd of February (which was the International Open Data Day). Palermo is working to make Open Data an ongoing process, and not only an event fixed during the time. A process which will involve all interested stakeholders who live in the city.

This is the reaction to another action, a blog post written by Andrea Borruso on the quality of the data released, and on the overall process. A post where Andrea made a new dataset from the data released, helping the municipality to think about the value of the quality of the data. This post was shared with the community of Spaghetti Open Data, and gained a lot of attention. The municipality, after a public meeting on this topic, has started a working group to make the overall approach to Open Data a better one. Palermo now wants to make more Open Data, with more attention on the quality of the data, and with a shared strategy with the community.

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Hacking is the Italian way to help extend “data reuse” to society, but starting from the field of journalism. To this effect, the Italian community passionate about Open Data and Data Journalism organized a hackathon called “When data tells stories” during the International Journalism Festival in Perugia.

This hackathon had two main actors: the Spaghetti Open Data community and Dataninja.it: Spaghetti Open Data is the biggest italian community interested in Open Data and PSI in general, and Dataninjia is an information hub about Data Journalism, made by a team of journalists and developers.

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Da qualche settimana sono ufficialmente il corrispondente italiano del team del nuovo tender della ePSI Platform :)

Cos’è questa ePSI Platform?

The ePSI Platform is Europe’s primary platform for community and news around opening up government data for re-use.

E’ il punto centrale di aggregazione sul tema riuso a livello europeo, e serve per facilitare la contaminazione tra tutti gli attori dello scacchiere europeo.

Ovvero, detta in parole povere, dovrei facilitare sia la segnalazione puntuale di tutto quello che accade in Italia sul tema “riuso” dei dati sia raccontare le mosse del movimento Open Data italiano, anche nel suo lato istituzionale. Ed inserire nel flusso della Rete italiana alcuni temi importanti che emergono a livello europeo, per fare divulgazione e cultura sul “riuso”.
Includendo esperti ed attori della comunità, e facendo anche un evento internazionale che sia sul pezzo ( su questo ci torneremo )

Una gran bella sfida, che durerà fino a marzo 2014, parallela al lavoro e a tutti i miei progetti in cantiere.

Tutto questo perchè a marzo 2013 è iniziata la nuova gestione del progetto “ePSI Platform“ da parte dei vincitori del nuovo tender fino al 2015, che sono W3C Espana, la fondazione CTIC spagnola e PAU Education.

Il sito europeo avrà due grossi aggiornamenti tra giugno e ottobre di quest’anno, ed inserirà anche dei gruppi di discussione tematici e diverse altre cosette, che ne miglioreranno l’utilità.
Ci si sta concentrando soprattutto sulla capacità di attrarre maggiormente le comunità esistenti dei vari Paesi europei attorno al tema del riuso, aumentando quel capitale sociale tanto caro anche a Luca De Biase, tra gli altri.

L’acronimo PSI sta per Public Sector Information, che si potrebbe tradurre con “patrimonio informativo del settore pubblico“, ed è un insieme ben più ampio dei soli Open Data ( conta infatti anche tutto il flusso “chiuso” dei dati, quelli che il mondo privato usa da sempre insomma )

Un compito utile per riprendere in mano l’inglese, cosa che non fa mai male. .)

Anche se di questi tempi l’Europa non viene vista poi così bene dagli italiani, è importante fare squadra per capire le sfide che il tema del riuso ci pone davanti, perchè serve andare oltra la moda ed oltre la marketta, anche se a noi italiani non piace vincere facile .)
Serve capire il valore reale del riuso, che qui in Italia, almeno a livello degli Open Data, pone sul tavolo alcune questioni da affrontare, come giustamente le espone Vincenzo su Pionero.it, parlando della necessità di una fase 2 per l’Open Data italiano.

E’ un onore dare il mio contributo, e contribuire a divulgare il tema per renderlo più vicino alla gente, e renderlo oggetto di un maggior senso civico condiviso.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento