Per chi non lo sa Ubuntu e’ attualmente una delle distro linux piu’ famose e con un tasso di crescita pazzesco ( essendo uscita a sett 2004 per intenderci ).
Inciso : al link di Ubuntu nella Wikipedia inglese c’e’ una descrizione particolareggiata, anche ironica se volete ( per la questione degli sfondi del desktop e ubuntu-calendar per chi e’ curioso… )..

E’ la distro che uso quotidianamente da settembre e non mi ha mai dato particolari problemi…

Per non parlare del fatto che anche HP ha intenzione di supportare tale distro e di rendere compatibili al 100% alcuni suoi modelli di portatili…

senza pero’ per ora pre-installare la distro, ma solo offrendo la scelta iniziale…
un gran bel passo avanti in ogni caso…

Ubuntu per utenti Windows?

Quale occasione migliore per far usare Linux anche a utenti Win del tutto inconsapevoli?
Ovviamente senza innestare guerre di religione o lasciandoli solo con Linux, ma creando un sistema dual-boot del tutto amichevole…

A tale scopo a mio avviso il target primario sarebbe quello di far usare Ubuntu quando questi utenti devono navigare in Internet e scaricare la posta… per le altre cose possono ancora usare Win se vogliono MA SCOLLEGATI DALLA RETE, per carita’…
Sarebbe gia’ un gran bel passo avanti,no?

Ci sono degli ostacoli non proprio semplicissimi da valutare pero’…

  • presenza univoca di un winmodem, inferno per Linux…
  • mancanza di collegamento ADSL

Diciamo subito che il secondo problema e’ risolvibile creando un archivio aggiornato su cd o dvd con tutti i .deb che si ritengono necessari a completare per un uso casalingo un sistema Ubuntu

Ma al primo problema non e’ facile dire cosa fare… oltre a sperare che sia un winmodem dotato di quei pochi chipset che riescono lo stesso ad essere usati sotto Linux ( con qualche pena on piu’ pero’… )

Ne parlano anche Fullo.net,
e Un Passo al giorno

E giusto per la cronaca ecco una comparazione solo “visuale”, cioe’ a screenshots di tre os ( winXP, Ubuntu e Suse )…

-> Windows vs Linux: a modern desktop comparison

Riferimenti:

-> Ubuntu
-> The Future of Linux on Laptops

-> Ubuntu Italia
-> How to Dual Boot Win XP and Linux [eng]

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Sui brevetti la questione e’ complessa…

Una risorsa che avevo gia’ indicato tempo fa ma che riassume molto bene la questione e’ questa:

-> No ai brevetti software!

E senza continuare a passare sulla questione formale con il gergo legislativo proviamo ad usare esempi piu’ pratici: riprendo un esempio che ha fatto Di Cosmo nella conferenza di ieri…

Pensiamo a questi due scrittori: Agatha Christie e Arthur Conan Doyle

Prendiamo che il primo che pubblico’ il giallo avesse brevettato la struttura del giallo stesso: cioe’ avesse brevettato l’idea di una storia di un crimine che viene risolto con l’uso della mente e del ragionamento piuttosto che con la forza bruta…

Ora se fosse veramente successo Arthur Conan Doyle non avrebbe potuto in liberta’ scrivere le storie di Sherlock Holmes senza pagare una royalty ad Agatha Christie: triste, no? Per non parlare del fatto che uno scrittore di talento ma squattrinato non avrebbe possibilita’ di sfondare nei gialli se non trova i soldi per pagare questa royalty.

Nel software e’ la stessa cosa: anzi e’ qualcosa di folle, perche’ ci sono brevetti che coprono metodi di uso comune e ormai considerati standard e di pubblico dominio se vogliamo…

Per dire: l’uso della progress bar, quella barra di avanzamento che ci mostra l’avanzamento del processo che stiamo eseguendo.. e’ sotto brevetto…

Il brevetto in se’ nato per difendere l’innovazione in questo caso la frenerebbe: attualmente in America dove si puo’ brevettare tutto, ci sono elementi interessanti da considerare…

Fino ad ora i brevetti hanno fatto comodo ai grandi perche’ possono difendere i loro interessi e lucrarci sopra all’infinito e schiacciare i piccoli… ma tra grandi non ci sono lotte per il “quid pro quo” che esiste..

io non tocco te sui miei brevetti e tu fai altrettanto con i tuoi

Il problema nasce quando dei piccoli hanno sfruttato questa situazione e la crisi dell’IT del 2001 e hanno comprato societa’ in fallimento che detenevano brevetti interessanti…
In pratica sono societa’ parassite nel sistema che non fanno nulla: hanno solo un team di avvocati che studiano cosa e a chi fare causa di violazione brevetto e chiaramente citano i grandi…
Un caso su tanti: la EOLAS che ha citato MS per l’architettura a PLUGIN di Internet Explorer..
arrivati a vincere ben $521 milioni di dollari: non male,no?

Quindi sembra che adesso anche i Grandi inizino a lamentarsi del sistema a brevetti americano..
continuando ad appoggiare pero’ la loro introduzione in Europa…

A tal proposito e’ interessante sapere che per Martedi 17 Maggio e’ prevista una mobilitazione nazionale… giorno della discussione al Senato italiano della posizione italiana nei confronti di questa cosa…

Persino Richard Stallman ha inviato una lettera ai nostri parlamentari per farli riflettere: alcuni passi significativi…

..[…]…
A differenza del copyright, che protegge la descrizione dell’intero programma ma non le singole idee che lo compongono, la brevettabilità del software consentirebbe un monopolio sull’uso di tecniche generiche.
Un programma complesso è la combinazione di migliaia di queste tecniche. Se un paese permette la brevettabilità di ognuna di queste tecniche, un programma complesso può infrangere centinaia di brevetti in un colpo solo. **
..[…]…
Un programma è come un romanzo: una raccolta di dettagli che insieme sviluppano molte idee. Immaginate cosa accadrebbe se ogni idea letteraria venisse brevettata, per esempio “una scena d’amore con una donna sul balcone” o “gli occhi blu di una persona che assomigliano al mare”.
Chiunque scrive un romanzo potrebbe violare diverse centinaia di brevetti; se uno scrittore scrivesse con la preoccupazione di essere incriminato, difficilmente scriverebbe un buon romanzo. Non è questo il modo di promuovere la scrittura né dei romanzi, e neanche dei programmi software.
..[…]…
Poi c’è il mito che vuole che
i brevetti possano “proteggere” i “piccoli inventori” dalla competizione delle multinazionali**.
Se questo fosse vero le multinazionali non sarebbero favorevoli alla brevettabilità del software. Ogni multinazionale usa le sue migliaia di brevetti per mettere ognuno nelle condizioni dello scambio le licenze. Così facendo il programma innovativo di un piccolo inventore combinerebbe le sue poche nuove idee brevettate con le centinaia (o migliaia) di idee ben conosciute, alcune brevettate da IBM, alcune brevettate da Microsoft, ecc. Poi loro si comporteranno con lui come se la questione dei brevetti non ci fosse.
C’è quindi il mito del vantaggio che le compagnie americane avrebbero proprio perché gli USA riconoscono la brevettabilità del software mentre l’Europa no. Se questo fosse vero, le compagnie statunitensi ed il governo degli Stati Uniti non presserebbero l’Europa per consentire la brevettabilità del software.

Vedete che anche lui prende spunto dalla letteratura e dal romanzo…

Ma la parte piu’ incisiva e’ sicuramente la fine:

I brevetti degli Stati Uniti riguardano soltanto ciò che è fatto negli Stati Uniti, ma ognuno può avere un brevetto statunitense. Le compagnie europee possono avere brevetti statunitensi e attaccare gli sviluppatori americani. Ma attualmente gli Americani non possono avere brevetti software Europei e quindi attaccare gli Europei. Fino a che l’Europa rifiuterà di brevettare il software, l’Europa avrà questo vantaggio.

Se l’Europa mantiene il suo vantaggio, con il rifiuto di brevettare software, finalmente il mio paese può trovare necessario competere cambiando la sua insensata politica. Per favore, aiutate gli Stati Uniti a salvarsi dai brevetti sul software, salvando innanzitutto voi stessi.

Lodevole come lettera,no?

Riferimenti:

-> Brevetti, il 17 mobilitazione nazionale
-> Richard Stallman scrive al Parlamento italiano

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Tiger: e’ uscito ormai da due settimane e sembra aver portato aria nuova a chi lo usa…

In realta’ non e’ perfetto e contiene delle scelte a dir poco bizzarre ( come la licenza per quicktime ) ma sembra da quello che si legge in giro veramente un miglioramento sostanziale del sistema… e neanche a dirlo anni luce davanti a Windows…

Ora senza entrare in guerre di religione io personalmente odio l’approccio marketing che Microsoft ormai ha preso: voglio dire, hai un sistema uscito nel 2001 e adesso perche’ non hai niente da offrire si vanno a spendere milioni di dollari per lanciare una campagna pubblicitaria mondiale per “rilanciare” Windows XP…

La cosa triste e’ che queste pubblicita’ non dicono assolutamente nulla…

Credo di avercela con tutto il marketing degli ultimi anni: ormai siamo arrivati a qualcosa di folle.. non si pubblicizza un prodotto per le caratteristiche che ha, ma si fa un lavaggio di cervello ai poveri consumatori.. facendo loro credere di non avere alternative…

Prendiamo Microsoft: in se’ non dovrebbe avere nulla di negativo… il problema e’ che ormai a livello tecnico chi ne capisce sa benissimo che non e’ il sistema migliore in circolazione, ma bisogna conviverci perche’ e’ la figura predominante..

Ma come sanno ormai anche i muri questa posizione se l’e’ presa in modo disonesto: le cause dell’antitrust ormai lo hanno stabilito: basta cercare di prendere un computer SENZA sistema operativo.. sarebbe un nostro diritto, mi pare…
forse negli ultimi anni per i desktop sara’ anche possibile talvolta, ma proviamo con un portatile…

Praticamente impossibile…

E le alternative ci sarebbero: il dramma e’ che anni fa quando la Be cerco’ di vendere sistemi x86 con il BeOS la compagnia distributrice si rifiuto’ di farlo ( per pressioni di MS ).. la Be ando’ in fallimento e fece causa alla MS per pratiche scorrette ( abuso di monopolio )…

Ma sono davvero stanco di avere in mano un prodotto che fa acqua da tutte le parti e fingere che vada tutto bene: e dire si ok, non e’ il migliore ma cosa puoi fare, bisogna averlo e’ lo STANDARD..

Tuo nonno!!! Non voglio essere schiavo della tecnologia, mi sono stancato di dover fare manuntezione ad uno dei pochi sistemi che ancora non e’ in grado di farsela da solo!!!

Da Linux a MacOSX ( sempre uno UNIX in fondo ) passando per altri, tutti hanno reso trasparente la gestione dei files temporanei, la deframmentazione, l’installazione senza riavvii…
Tutte cose che con win devi fare a mano, devi prendere prodotti terzi ( e via soldi )…

E poi vorrei vedere se non ci fosse la pirateria quanti windows veramente avremmo… nel senso che se devi fare una spesa prima ci pensi e ti informi: ma qua intanto tutti pirati, e che ci vuole?
Senza parlare di virus, worm e quant’altro…

E allora via… si fanno pubblicita’ ingannevoli, senza INSEGNARE veramente quelle piccole cose che si dovrebbero sapere per non rovinare la vita agli altri ( dallo spam alle catene di san antonio, ai virus, a non usare outlook, non usare explorer.. )..

Sono stanco di dover ripetere sempre le stesse cose perche’ dall’alto e’ interesse lasciare questo stato di cose.. si dira’, perche’?
Perche’ adesso per assicurare la vera sicurezza ( non esiste nemmeno nella realta’, figuriamoci nel virtuale ) si vuole promuovere la mancanza di scelta, si toglie la liberta’ all’utente e la si affida alla casa produttrice ( la MS no? ).. non saremo piu’ padroni nemmeno di una cosa che abbiamo comprato..leggete
e leggete ancora

E’ una cosa vecchia, gia’ sentita, ma vera: le liberta’ che abbiamo adesso per le quali qualcun altro ha combattuto, dobbiamo continuare a combattere per mantenerle…
non sono certo li per restare: c’e’ sempre qualcuno che lavora per togliercele…

Adesso il fronte e’ la tecnologia, ma non solo: il problema e’ che la gente non se ne rende conto…
Un po’ come con i grandi dittatori della storia: il popolo sia con Mussolini che con Hitler non si rendeva conto di cosa stava accadendo…

Ma oggi abbiamo nella tecnologia il potere di informarci, e di farci sentire per giunta…
L’importante e’ mettersi d’accordo e avere una mente aperta, non dipendere dalle ideologie: quelle sono morte tanto tempo fa…

Nessun flame… solo qualche pensiero che scivola nelle immensita’ della Rete…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento