Dicevo in un altro post dell’importanza per le aziende di capire che alla lunga e’ il marketing sano a vincere, mai come adesso che con i nuovi media anche il cliente puo’ far sentire la propria voce…

E in piu’ ci sono diversi fattori: il vecchio passaparola era fastidioso ma limitato e non ne rimaneva traccia…
Oggi con i blogs [ ma non solo ] invece possiamo tenerne traccia e soprattutto la visibilita’ e’ ben diversa: questo in teoria da’ maggior potere a noi poveri consumatori…

E’ ancora quello che penso: il fatto e’ che ci possono essere degli ostacoli anche belli grossi, ma alla fine se l’utenza e quindi i blogger fanno blocco in certi casi eclatanti si puo’ veramente farsi sentire

E’ il caso di Giuseppe Mayer: ne sono venuto a conoscenza via Mantellini
Raccontare il fatto sarebbe troppo lungo, quindi giro il testo di Mantellini stesso:

Ed alla fine di una lunga discussione nata da un post polemico di Giuseppe Mayer, proseguita sul blog di Gaspar e terminata qui con questo brillante post di Simone Lovati, pare che l’azienda torinese Ediprint di cui Giuseppe era scontento, aprira’ un blog. Meritano un link, sperando che le ipotesi di querela siano definitivamente accantonate.

I punti interessanti sono diffamazione != verita’ e la reazione sociale della blogosfera
una applicazione sociale del nuovo farsi media forse?

..il ritorno del vecchio adagio “l’unione fa la forza“ ? :)

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Consiglio a tutti la lettura dell’editoriale di Mantellini su Punto Informatico di oggi:

-> Contrappunti/ Attacco ai blog

Non sono cose nuove per chi si interessa ai cambiamenti sociali che la Rete sta portando da quando la semplicita’ di tenere un blog ha aperto le porte ad una nuova rivoluzione del Web, semplificandone parecchio l’accesso anche alle masse.

Sono elementi con i quali il marketing e la gestione attuale della pubblicita’ devono per forza scontrarsi, e devono evolvere in senso positivo dopo l’attuale pantano di balle e luccichii nel quale si trovano ora.

Diciamo che oggi il consumatore attento ha la possibilita’ di saltare questi canali e basarsi finalmente su fonti dirette che per esperienza diretta possono dire la loro su quel prodotto e su quella offerta: la qualita’ e la verita’ alla fine pagheranno le ditte che torneranno veramente a lavorare sulla realta’ e non su titoli promozionali finti.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento