Sto usando da diversi mesi Tumblr come un vero e proprio blocco appunti pubblico: soprattutto per salvarmi citazioni e media a completamento del servizio di bookmarking del.icio.us.
Magari non tutti lo usano in questo modo.
Ma ipotizzando che lo facciano…
Tumblr centralizzerebbe rendendo piu’ importanti alcune risorse ben determinate, a suo tempo forse riconducibili anche a XPointer, con riferimenti univoci per ogni singolo paragrafo. [ ripresa di una vecchia idea, in un contesto piu’ ampio ]
O meglio: per le frasi e gli elementi di una pagina che l’intelligenza collettiva ritiene importante, e che sceglie di raccogliere e rilanciare.
Sarebbero delle annotazioni di merito, un modo di filtraggio delle info nell’information overloading collettivo. Ne avevo gia’ parlato un paio di volte.
-> Tumblr e pensieri sul Web of Data: step2..
Ma sarebbe pero’ un utilizzo sociale di XPointer, [ o meglio lo potrebbe essere se ci fosse XPointer .) ] : il senso umano collettivo prima della mera tecnologia.
I paragrasi o le frasi segnalate, dipenderebbero dal senso comune collettivo, e non dalla divisione dell’autore del testo in paragrafi, e di conseguenza, il loro emergere grazie alla semplice caratteristica tecnologica data dall’uso di XPointer.
Anzi, forse, l’usare XPointer risulterebbe perfino fuorviante, no?
Un ripiegarsi della tecnologia agli intenti umani, e al nostro essere pensante collettivo.
Domanda: l’effetto Rete che si crea, riprendendo e diffondendo tali citazioni e frasi, non mi e’ parso che in Google appaia ancora.
Cioe’: **se tutti iniziamo a riprendere certe frasi, riconducibili ad un URI comune ed unico, che poi viene ripreso a cascata tramite il re-post dei nostri contatti in tumblr. ( se lo ritengono valido, of course )
Adesso che nel salvare le citazioni, tumblr medesimo riprende la fonte che si sta ri-postando ( sintatticamente in modo errato, ma a livello funzionale almeno inserisce automaticamente la cosa )…
Si crea una cascata di riferimenti alla medesima fonte, e nel medesimo istante, si ripercorre un network sociale di contatti, dove magari vederne i gradi di separazione sarebbe interessante…
A livello di intelligenza collettiva, e di uso collettivo del servizio, queste cose dovrebbero iniziare ad emergere pero’ …**
Nel sistema di rimando di link in entrata e in uscita, con le ricerche della coda lunga…
Mah, sbaglio?
Forse e’ solo il COME usiamo gli strumenti, il vero punto focale.
Forse, l’errore piu’ grande e’ proprio la sintassi usata, se si guarda al sorgente della pagina.
E di conseguenza, la relativa indicizzazione.
Come questa cosa verra’ collegata all’idea di talk precedente, be’, intanto l’ho in testa, vediamo se riesco a preparare il tutto per il barcamp .)
Se non risultasse chiaro, vorrei usare tutto questo come strumento per facilitare la discussione sui temi che ho accennato precedentemente: creare un piccola base per supportare una discussione collettiva… O facilitarla ad innescarsi.
Un piccolo spunto laterale che arriva proprio in questi giorni, in questo post:
-> Networks are everywhere
The problem I have with this sentence if that it makes me think that Marshall is saying that: network effect == people collaborating in a same, closed, system (à la Del.icio.us).
The key thing here is that a network effects can take place in many kind of networks, and in many places. So, does Twine or any other so-called semantic web application, need million of users to leverage (create value of) network effects of different kind of networks? I don’t think so.
**Network effects will emerge from the interaction of different services, the linkage of different data sources, and the work of millions of people. Who will own all these things? The Web. **Then businesses will leverage that Web, like they currently do, to create value for users.
So, is Twine, or any other so-called semantic web application, doomed because of their lack of a user base? I would guess no. It all depends on what network you’re talking about…
Totally agree with you, dear Frederick .) In these days, we are on the same thinking flow…
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