Questo approfondimento sul portale dati.gov.it l’avevo abbozzato da tempo: l’ho iniziato a scrivere a fine marzo, quasi tre mesi e rotti fa.
Ho aspettato tanto per pubblicarlo, modificarlo e aggiornarlo per due motivi: non volevo assolutamente essere polemico, ma riflettere su alcune criticità che mettono in crisi il portale stesso, perchè non vorrei rivederle in futuro.
Ma soprattutto volevo capire le implicazioni delle dinamiche messe in moto dal Team Digitale con la creazione della community di sviluppatori e la presenza ufficiale su GitHub (anche del progetto datigovit stesso). Il tutto combinato con la pubblicazione (rilasciato finalmente il 30 maggio) del piano triennale per la trasformazione digitale, che tratta il presente e il futuro di dati.gov.it.

Volevo avere un’idea di quali fossero gli spazi di manovra per la discussione e il confronto, sia come cittadino che come comunità: in queste righe condivido quello che ho capito.

Ecco la versione Bignami, se si ha fretta:

dati.gov.it a volte sembra gestito come un sito test, non come un sito in produzione, non come un servizio pubblico. Il posizionamento del sito nella strategia della valorizzazione del patrimonio informativo pubblico italiano continua a cambiare, per questo o l’altro motivo.
Questo non aiuta a renderlo un elemento davvero utile per chi deve utilizzare gli Open Data. Non è ancora una fonte affidabile, specie per quel mondo imprenditoriale che fatica a digerire gli Open Data, ma potrebbe diventarlo a breve.
Non sono chiare le risorse (economiche, umane e di competenze) che ha a disposizione ogni anno e questo mette in dubbio la sua sostenibilità.
Esiste un dialogo costruttivo tra chi, nella società civile, chiede dettagli e sviluppi e chi sta gestendo il sito (Formez, AGID e squadra tecnica), mediato dal Team Digitale. Per questo il bicchiere è mezzo pieno, solo se siamo tutti consapevoli che deve diventare da oggi/domani un servizio pubblico.
Altrimenti sono solo Open Data [qui cito un concetto caro ad Andrea Borruso]
Gli addetti ai lavori e i cittadini attivi dovrebbero chiedere sviluppi e partecipare, facendo emergere quegli elementi critici che minano molti degli elementi positivi (come i cicli di webinar, ad esempio, fondamentali per creare cultura sul tema). I nuovi canali gestiti dal Team Digitale sono a disposizione e facilitano il confronto: serve esserci e farsi sentire, come cittadini prima di tutto.



Se vorrete capire le motivazioni che ci sono dietro alla sintesi, vi accontento subito. La cosa importante è inquadrare la dinamica che racconto in queste righe come fosse un nuovo utensile nella cassetta degli attrezzi del cittadino che vive in questo secolo. Potrebbe tornare utile per altre azioni, per altri contesti. Continua a leggere

Nella giornata di sabato si è svolta quella che l’amico Ernesto Belisario ha definito “la Woodstock degli Open Data“, uno degli incontri più completi che si potessero fare per continuare il filone degli Open Data e la diffusione di questa tendenza in Italia, in maniera sempre più diffusa e partecipata.
-> Fammi Sapere

Ne avevano parlato anche Vittorio Zambardino, e Nicola Mattina, tra gli altri. ( SegnalazioniIT, ForumPA, BeFair

Una bella sintesi di insieme a livello di esperienza dalla quale partire è quella fatta da Alberto Cottica, che invito a leggere:
-> La primavera silenziosa del governo aperto

Al di là degli open data, il tema della pubblica amministrazione aperta e conversazionale sembra davvero essere sul punto di sbocciare nella società civile italiana. Lo avverto nelle tante persone che mi scrivono in relazione a Wikicrazia, restituendomi uno spaccato dell’Italia che per me è del tutto nuovo.

La medesima sensazione da persona tecnica ( grazie Alberto del geek .) ), una sensazione di marea positiva che cresce dal basso. Lenta, ostacolata, ma inesorabile.
Ed assai costruttiva.

Questo evento rappresenta una pietra angolare nel percorso di maturazione italiano del cammino verso una maggiore consapevolezza del governo aperto e partecipato. Come ha già accennato Nicola Mattina sono uscite tutte le presentazioni dell’evento, che si possono trovare a questa pagina del sito ufficiale:
-> Slide dell’evento “Fammi Sapere” del 20 novembre a Senigallia

1. Lucio Cimarelli e Lorenzo Franceschini: Il progetto InformaEtica (pdf)
2. Ernesto Belisario: Cosa sono gli Open Data (pdf)
3. Alberto Cottica: Wikicrazia – L’azione di governo al tempo della rete: capirla, progettarla, viverla da protagonista (pdf)
4. Luca Nicotra: You Open Data: dalla trasparenza alla partecipazione (pdf)
5. Nicola Mattina: La prospettiva politica degli open data (pdf)
6. Aline Pennisi: Aprire i dati del bilancio dello Stato (pdf)
7. Guglielmo Celata: Openpolis: il nostro modo di fare trasparenza (link a Prezi)
8. David Fabri: Open Municipio – l’Anagrafe Pubblica degli Eletti utile, condivisa e aperta (pdf)
9. Vincenzo Patruno: Open Data: dalla pubblicazione alla condivisione dei dati (pdf + video)
10. Ernesto Belisario: Open Data e Diritto: relazione complicata? (presto disponibile)
11. Flavia Marzano: Open data a supporto delle imprese e per il trasferimento tecnologico (pdf)
12. Stefano Laguardia: Da Open Source ad Open Data (pdf, link a Slideshare)
13. Matteo Brunati: Dato pubblico e dato riutilizzabile (pdf, link a Slideshare)
14. Paolo Di Pietro: Open Data o Open Metadata? (pdf)
15. Emanuele Frontoni: Tecnologie Utili: il progetto Tecut (presto disponibile)
16. Paolo Di Pietro: Open Government Engineering Task Force (pdf)
17. Christian Morbidoni: Da Open Data a Linked Open Data, un esempio: LinkedOpenCamera.it (link a Slideshare)

Continua a leggere

AGGIORNAMENTO: molte segnalazioni sul tema sono presenti nel post precedente in realtà:
-> Open Data e progettazione urbana partecipata: crowdsourcing locale integrabile nel globale, thanks to Fram_menti

Su invito di Alberto Cottica e di altri appassionati degli Open Data ( Federico Bo, Laura Tagle, Gaspar Torriero e Massimo Mantellini, ed io aggiungo Titti Cimmino e Gigi Cogo [ questa è la risposta verso le istituzioni più pragmatica rispetto semplicemente al civic hacking, caro Gigi ], Ernesto Belisario e Nicola Mattina ), partecipo ad un meme collettivo che vuole stimolare tutti, chiunque, a segnalare dove ci siano dati grezzi sulla PA o sullo Stato in generale in giro per i siti governativi italiani e i siti ad esempio delle agenzie per il territorio ( ARPA e similari ).

Per citare Alberto nel fine comune:

Lancio una proposta: se siete a conoscenza di dati pubblici e aperti, a qualunque dimensione (da quella nazionale a quella del quartiere: ci sarà pure qualche Comune o qualche Asl “smanettona” là fuori!) e su qualunque cosa, fatemelo sapere. Non importa come: commenti al blog, sui social network, telefono, segnali di fumo, quello che volete. Io mi impegno a condividerli in qualche modo (molti si sono ammassati qui in modo abbastanza spontaneo).

Ovviamente mi impegno pure io .)
Lo ripeto affinchè si capisca, ma già guardando il post di Alberto nei commenti emerge: dove ci sono dati grezzi disponibili in maniera pubblica in giro per i siti italiani, abbiamo bisogno che ci vengano notificati attraverso commenti, segnalazioni o altre forme più strutturate che vi propongo a fine post. Abbiamo bisogno dell’intelligenza collettiva della Rete italiana per vedere quanto abbiamo già a livello online sui dati pubblici.

Perchè è importante?
Perchè così poi si potrà raccogliere in un unico punto il materiale che abbiamo già e che non sappiamo di avere. E questo sarà fondamentale: è il primo passo promosso da Obama a suo tempo nel promuovere il sito data.gov in effetti, e il passo chiave per far capire alla nostra classe politica cosa significhi avere un data.gov.it, non certo una raccolta di pdf o di dati non indicizzabili con i motori di ricerca .(
Prima vediamo di raccogliere un po’ di dati, e prima potremmo poi discutere anche di come usarli e con che cosa, a livello di strumenti software.

Qui in Italia nel corso della primavera, quando sono iniziate le voci grosse attorno al tema e lo speciale fatto per Nova24, è partita una discussione sul tema che cercava prima di consapevolizzare, poi di trovare delle vie pratiche per promuovere questo bisogno anche a livello di funzionari statali. Tra gli altri Titti Cimmino ha aperto una via interessante, citando il progetto CKAN in questo post:
-> it.ckan.net : Open Data a raccolta, puntando ai LOD.

Ma se qui in Italia giungono solo riverberi, l’immobilità di fronte al tema opendata – linkeddata, forse (timidamente), sta lasciando il posto a qualche lieve spinta in avanti. Dopo il mio scoramento che ho fatto trapelare dalle parole scritte nel mio ultimo post relativo alla situazione del Linked Open data in Italia, ho avuto un breve scambio di battute con Stefano Costa, coordinatore del Working Group on Open Data in Archaeology .

In quell’articolo esprimevo il mio rammarico per l’esiguo numero di riferimenti di Open Data in Italia che Stefano, con la collaborazione dell’instancabile Rufus Pollock, aveva raggruppato: in effetti in prima battuta erano stati elencati solo i dati.piemonte.

it.ckan.net ora offre una raccolta di dati aperti.. magari è presto per i Linked Open Data in Italia?

Infatti è stata aperta una sezione italiana del CKAN non a caso:
-> http://it.ckan.net/

Io nel mio piccolo, prima di confrontarmi con Alberto in questa bella discussione anche sui tools che si possono usare per navigare ed organizzare tali Open Data, già mi accingevo a capire come usare l’archivio CKAN creato a tale scopo a livello mondiale per questi fini, come già spiegava a suo tempo Read Write Web nel 2008, perchè il CKAN è:

CKAN è un catalogo di dati e contenuti aperti CKAN facilita la ricerca, l’utilizzo e il riutilizzo di contenuti e dati aperti, in particolare in modalità automatica

Non è un caso che sia dietro alla gestione anche del data.gov.uk britannico .)
-> Who is involved in the project?

Data.gov.uk is a key part of the Government’s work on Transparency which is being lead by the Transparency Board. Data.gov.uk implementation is being led by the Transparency and Digital Engagement team in the Cabinet Office, working across government departments to ensure that data is released in a timely and accessible way. This work is being supported by Sir Tim-Berners Lee & Professor Nigel Shadbolt.

There are a number of technical partners involved in the project to date. These include the Comprehensive Knowledge Archive Network (CKAN):

**CKAN stores the catalogue behind data.gov.uk and a growing number of open data registries around the world. It is a project created by the Open Knowledge Foundation to provide make it easy to find, share and reuse open content and data.

The CKAN software provides its own web interface, programmer’s API, feeds notifying of changes, and a browsable history of all changes.**

Proposta strutturata: un wiki per raccogliere le segnalazioni

Per dare un minimo di ordine e per facilitarci nella raccolta degli stimoli, ho creato un documento collettivo pronto per essere compilato per chi volesse già segnalare, anche in maniera incompleta, quello che trova in Rete:
-> Open Data in Italia? Dove sono le fonti già online?

Ho abbozzato i dati da inserire per ogni fonte sui dati che sono richiesti per l’inserimento nel CKAN italiano.
Per gli altri, un commento, un qualcosa con l’hashtag #opendataitaly, o una mail è gradita ( matt at blog.dagoneye.it )! L’importante è parlarne, facciamo girare la voce e vediamo se in questo Paese il senso civico per una volta riesce a prevalere sul caos in cui stiamo vivendo oggi. E la cosa bella è che stavolta è proprio presente una contaminazione tra bloggers, civic hackers e funzionari pubblici che possono fare la differenza. Lo Stato d’altronde è di tutti, no? .)

Ah, e se vi vengono in mente, per i più tecnici, altri strumenti che si potrebbero usare per navigare e organizzare i dati rispetto a quelli segnalati in questa discussione, ben venga! Segnalatelo pure nei commenti!
Anche perchè è bello poter leggere cose di questo tipo:

l’interesse registrato in rete sul tema open data in queste settimane (guardate per esempio questo thread) ha sorpreso piacevolmente chi, nelle istituzioni, cerca di portare avanti questo tema. Al nostro aperitivo, per esempio, era presente Aline Pennisi, che ha pubblicato i dati relativi al bilancio dello Stato della Ragioneria Generale dello Stato (ne ho parlato qui). Lei si aspettava di trovare un interesse nei parlamentari e nei professori universitari che finora non c’è stato; ed era molto intrigata nello scoprire che i “suoi” dati vengono discussi appassionatamente nella blogosfera, che conosce poco.

Diamo una mano a collegare le istituzioni con la popolazione, grazie alla Rete!

Per mostrare cosa poi si puo’ fare se abbiamo i dati grezzi, ecco qualcuno che difende l’innovazione in questo pazzo Paese:
-> Ci siamo! - Linked Open Camera

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento