E’ una sensazione strana, ma ogni tanto riemerge e serve buttarla giu’ in forma scritta, cosi’ magari la si ferma e la si mette a fuoco.
Si parla tanto di Enterprise 2.0. Anche a ragione ovviamente.
Ho letto un po’ dei commenti in Rete in merito all’ottimo sforzo da parte dei pochi italiani attenti a questi temi, tra cui spicca Emanuele Quintarelli, che e’ stato uno dei prodi organizzatori dell’International Forum on Enterprise 2.0 di Varese di qualche giorno fa.
Peccato non esserci stato, ma felice di poter contare sulle sintesi online, che trasmettono un po’ di dono dell’ubiquita’ a noi poveri mortali. .)
Mi ha colpito molto la riflessione di Gianandrea, dalla quale non e’ proprio possibile far emergere le cose interessanti, visto che sono troppe.
-> Enterprise 2.0 - Varese
Se per qualcuno non è ancora chiaro, spero di no, la rivoluzione che sta innescando la ICT trova i suoi maggiori ostacoli nei cambi culturali e generazionali. Non si tratta solo di tecnica, come da più di 10 si continua a ripetere nel Knowledge Management.
Forse e’ notevole citare tra gli ultimi commenti, quello di Emanuele, giusto per fissare una cosa al volo:
L’enterprise 2.0 non è una moda, perchè non risponde a nuovi problemi e forse neanche utilizza strumenti nuovi. E’ una concezione diversa di organizzazione più partecipativa, emergente, orizzontale, basata su coinvolgimento e comunità di pratica, etc etc. Qui non si tratta di software e noi personalmente non facciamo e non vediamo software, cerchiamo invece di risolvere alcuni problemi in un modo diverso, in alcuni contesti più efficace. E’ l’opportunità che guida la soluzione, non viceversa.Tutto qui.
Aggiungo una riflessione parallela, a mo’ di pensiero laterale.
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