E’ un susseguirsi di commenti e di rimbalzi, da questa notte, nella comunità del Semantic Web: Google dopo un anno che Yahoo ne aveva adottato il supporto, e dopo che ad ottobre era uscito lo standard ufficiale su RDFa da parte del W3C, arriva per ultimo, ma lo fa con grande stile.
Google supporta pienamente da oggi lo standard RDFa per far crescere a livello mainstream l’importanza dei metadata ( e del Semantic Web per inciso ), e lo fa introducendo le Rich Snippets!

As a webmaster, you have a unique understanding of your web pages and the content they represent. Google helps users find your page by showing them a small sample of that content – the “snippet.” We use a variety of techniques to create these snippets and give users relevant information about what they’ll find when they click through to visit your site. Today, we’re announcing Rich Snippets, a new presentation of snippets that applies Google’s algorithms to highlight structured data embedded in web pages.
Rich Snippets give users convenient summary information about their search results at a glance. We are currently supporting data about reviews and people. When searching for a product or service, users can easily see reviews and ratings, and when searching for a person, they’ll get help distinguishing between people with the same name. It’s a simple change to the display of search results, yet our experiments have shown that users find the new data valuable – if they see useful and relevant information from the page, they are more likely to click through. Now we’re beginning the process of opening up this successful experiment so that more websites can participate. As a webmaster, you can help by annotating your pages with structured data in a standard format.

To display Rich Snippets, Google looks for markup formats (microformats and RDFa) that you can easily add to your own web pages. In most cases, it’s as quick as wrapping the existing data on your web pages with some additional tags

In ordine di segnalazione, ecco il tam tam in Rete, per farsi un’idea:
-> Google Announces Support for Microformats and RDFa
-> Google announces support for RDFa
-> Ian Davis: Google’s RDFa a Damp Squib
-> Ebiquity research group UMBC: Google support RDFa and Microformats
-> Ivan Herman: RDFa, Google

Tutto visibile in queste ore ancora via PlanetRDF, aggregatore che seguo almeno dal 2005 su questi temi.
Sono commosso. Stamani l’ho scritto via SMOB e automaticamente è passato in Twitter, quindi nello status di Facebook e nel mio account di Identi.ca

Seguire una tecnologia per anni, vederla crescere e vederla adattarsi al contesto, e poi finalmente vederla arrivare alla massa. E’ notevole devo dire. Io l’avevo citata questa tecnologia solo usandone il logo in una presentazione fatta al RomeCamp di novembre 2008, anche perchè è già attiva dal mese di dicembre, ancora in forme minimali, anche su Metafora AD Network… grazie al Social Semantic Banner, del quale vedrò di parlare in modo approfondito prossimamente. I tempi sono maturi finalmente! E’ ora di entrare nei dettagli tecnici…

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Segnali

in Semantic Web

Faccio un veloce riepilogo di alcuni spunti, senza approfondimenti come mio solito: credo che l’impatto generale delle news qui riassunte sia in grado di comunicare abbastanza senza troppi giri di parole.
Parto da questo post, direi incisivo:

-> Big Week for the Semantic Web
Ne riprendo una parte:

I wish I had more time to write a real blog on this, and I know most of these have already been announced in various longer blogs by others - but in case you’ve missed it, the past week or so has seen** some real indicators of Semantic Web growth**. Obviously it is good that Microsoft is hosting a Palo Alto Semantic Web meetup (Call for presenter epic paws meetup) and the Semantic Search announcement by Google can’t hurt (cf. “its all semantics says google“ ), but here’s some other “we’re getting real” announcements that have come out recently:

  1. announcement of Obama use of Sem Web
  2. announcement of “Semantic Web for Dummies”
  3. announcement of Oreilly “programming the semantic web”

Obama, Microsoft, O’Reilly ( l’editore che ha lanciato tra l’altro la sigla del Web2.0 sfruttandone appieno l’hype ).
Ci aggiungo che Dreamweaver ha già messo a disposizione un plugin per l’editing nativo di RDFa da qualche settimana, come ha già segnalato anche Pasquale, e ci siamo, si puo’ contare pure Adobe, che già usa RDF via l’XMP, l’ Extensible Metadata Platform.

Aggiungo che pochi se ne sono accorti, ma il caro Semantic Mediawiki, che non ho ancora avuto modo di provare a fondo, è stato oggetto di due cosuccie interessanti negli ultimi mesi:

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Via Ebiquity, ma ne aveva parlato anche Pasquale tempo addietro. Questo video completa la presentazione di Sir Tim Berners Lee che ho citato tra le fonti alla presentazione portata alla Fondazione Benetton quasi un mesetto fa ormai, era la slide sui walled garden e i data silos, la 22 .)
Le slide di Sir Tim sono qui:
-> Tim Berners-Lee speaks on Linked Data

Interessante notare che:

I may have missed it, but I don’t think he mentioned the phrase “Semantic Web” once during the 16 minute talk. […] I didn’t hear RDF either - just “common formats” and “Linked data standards”

La risposta è nell’ultimo dei commenti, che spiega che il pubblico del TED è eterogeneo, ed in genere non tecnico, per cui nominare gli acronimi sarebbe inutile e fuori luogo. La direzione giusta è comunicare gli scenari, e le potenzialità in atto, già oggi. Questo è quello che voglio fare pure io, per inciso. L’enfasi sul concetto di “Linked Data” era già stata citata in questi lidi .) Anche attraverso il semarketing

Aggiungo a margine: fondamentale anche per capire dalle parole di chi l’ha vissuto e costruito, perchè il Web davvero non poteva nascere da un’impresa di business tradizionale. O da una corporation legata all’IT. Fondamentale per sentire che solo un manipolo sotto le 5 persone, inizialmente, credeva alla visione del Web. Ed oggi c’è la visione di far fare un passo in avanti al Web, così come lo conosciamo.
E si richiede la medesima volontà di vedere oltre.

Cos’è il Linked Data secondo voi che capitate in queste pagine? così magari riesco a costruire scenari di applicazione più realistici…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento