Settimane intense queste in effetti: oggi, come mi cita l’amico Gigi Cogo, una giornata davvero importante per gli Open Data e per il Semantic Web ( _che il 13 maggio porti fortuna? speriamo! _), vista l’uscita di un numero di Nova24 dedicato in massima parte proprio a questi temi, come anticipavo ieri su FriendFeed:

Nova24 n. 223

Numero al quale ho contribuito per la parte dedicata a come il Semantic Web incontra il movimento Open Data, assieme a Titti Cimmino, ed assieme ad un gruppo di matti che cercano di dare il proprio contributo per raccontare questa nuova ricerca di senso, in questo Paese tanto lontano da certi temi.

Continua a leggere

In breve: Si parla dell’adozione da parte di Facebook dello standard RDFa attraverso l’ Open Graph. Una sintesi di alcuni punti di vista per dare un colpo d’occhio ad uno dei passaggi chiave dell’ adozione del Web of Data e del Semantic Web nei confronti del canale mainstream.

Indice dei contenuti

Per una migliore lettura:

  1. Premessa e quadro di insieme
  2. Semantic Web e “like” in RDFa: collegare oggetti e persone oltre alle pagine Web
  3. Cosa pensa la comunità del Semantic Web di Facebook assieme a RDFa

Premessa e quadro di insieme

Sono emozionato: quello che è successo ha dei notevoli risvolti positivi, per cui io la vedo bene come effetto di insieme.
Se si legge il flusso twitter relativo alla comunità tecnica, si capirà velocemente quanta eccitazione c’è in questi giorni.
-> http://search.twitter.com/search?q=rdfa+facebook (link di ricerca di Twitter che non è più attivo)

Un anno fa Google annunciava l’adozione a suo modo dello standard RDFa per tracciare maggiori metadati e mostrarli direttamente nelle SERP, aggregando valore nei risultati naturali del motore ed accorciando quindi il lavoro di noi poveri utenti nella ricerca delle nostre agognate informazioni.
Un annuncio chiave per mettere in primo piano uno standard del Semantic Web quale RDFa anche per il pubblico di massa.

In Italia si è parlato abbastanza poco della cosa, soprattutto perchè gli effetti nella user esperience di questa dimensione nei confronti dell’utenza comune non sono stati poi molti: Google non ha abilitato in modo massiccio la cosa, per via forse delle scarse considerazioni che ripone nella nostra cultura digitale ( e le cause recenti non è che migliorano la situazione ). E poi non è mai stato chiaro quale fosse la barriera di ingresso per l’inserimento attraverso le Rich Snippets dei siti con i metadati espressi in RDFa.

La scorsa settimana Facebook si è mosso ed ha adottato RDFa in maniera massiccia e molto più evoluta rispetto a Google.
Il Semantic Web è mainstream
, in una maniera ancora più evoluta e pronta per essere esposta e spiegata nelle sue potenzialità ad un pubblico vasto ed eterogeneo.

Per capire per bene il quadro, credo sia utile ricondursi parzialmente ad una discussione nata nel blog di Luca De Biase qualche settimana prima, sul concetto di metapiattaforma incentrata sulle conversazioni:
-> Metapiattaforma

Continua a leggere

Metto insieme qualche pezzo al volo, dopo aver letto tra ieri e oggi i resoconti e le twittate sull’incontro organizzato da Capitale Digitale con il professor Lessig nel Parlamento italiano nella giornata di ieri. ( bello l’hashtag #difenderelarete )
Questo per chi se lo fosse perso l’intervento del professor Lessig ( il minimo che me lo guardassi visto che sono un Creative Commons Supporter .) ) :

E questo è il testo del suo intervento:
-> Convegno “Internet è libertà”. Atti parlamentari e intervento di Lawrence Lessig. Per chi si è perso la diretta

Qualche nota divertente nel flusso real-time me l’ero segnata in questo onelinr http://onelinr.com/difenderelarete, tra le altre cose…
Condivido in toto il pensiero di Giovanni in merito al contesto generale, e non mi ripeto in tal senso, ma riprendo una porzione di quello che ha scritto:

Non è stata sprecata forse neanche quando in apertura Fini, un po’ demagogicamente e poco programmaticamente, ha dichiarato che Internet “deve essere considerato un vero e proprio diritto fondamentale dell’uomo”. Assicurandosi così i titoli nei quotidiani nazionali.

E qui sta il punto. Il dibattito relativo alla Rete sui media Italiani sarà ridotto tra esaltazione modernista del politico d’antan e curiosità antropologica circa il cosiddetto “popolo della Rete”.

Di questo si parlerà nell’informazione del Paese. Di come Fini sostenga l’idea di candidatura della Rete al Nobel, ad esempio. Basta leggersi la Repubblica o Il Corriere o La Stampa.

[…]

Mentre avrebbero potuto titolare l’incontro con le parole usate da Lessig nel chiudere l’incontro quando ha detto che “occorre prendere sul serio la rabbia generazionale che c’è ed imparare ad ascoltare la Rete”. Io in Italia, oggi, lo ascolterei.

Proprio per porla in maniera costruttiva, e per provare ad enfatizzare quello che la Rete sta dicendo in merito, ricollegherei due pezzi di Nicola Mattina ed un mio commento forse mangiato dal sistema in questi giorni frenetici dal suo blog, che ripropongo qui interamente proprio perchè va a completare questo stesso post di Nicola di poco fa:
-> Lawrence Lessig: Internet è libertà (note a margine)

Mi ricollego proprio alla sua parte terminale, quando si dice:

Un’ultima considerazione, infine, riguarda gli esempi che Lessig porta per illustrare la cultura digitale: si tratta di ragazzini che giocano con i video, creando e remixando clip musicali. Trovo che, nel 2010, essi debbano essere aggiornati. Oggi avrebbe molto più senso mostrare i servizi web realizzati da molti programmatori negli Stati Uniti e in Gran Bretagna utilizzando i dati messi a disposizione dalle amministrazioni pubbliche. Il motivo è molto semplice. I primi possono essere tuttora guardati con un sorriso e ascritti al mondo delle stranezze giovanili. I secondi, invece, fanno intravedere come evolverà la democrazia quando vi sarà davvero trasparenza; sarei assai sorpreso se vedessi un solo politico sorridere!

Implicitamente mi pare che Nicola qui faccia riferimento a qualcosa che ha scritto qualche giorno fa, in merito alla trasparenza e agli open data:
-> Tim Berners-Lee: l’anno degli open data

Io avevo inserito proprio un commento di chiarimento e di sunto sugli Open Data ed il modo in cui si lega il tutto con il Semantic Web e il Linked Data, che propongo qui nella sua interezza.
Prima forse merita rivedere il video di Sir Tim al Ted 2010 sugli Open Data:

Continua a leggere
Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento