Il 16 novembre sarò a Milano per la tavola rotonda “Data as a commons: i dati come strumento di governance collaborativa delle città“ all’interno di Sharitaly, assieme ad un sacco di amici del mondo Open Data e annessi.

Data as a commons a Sharitaly

Data as a commons a Sharitaly

Panel: Data as a commons: i dati come strumento di governance collaborativa delle città

Gli Open Data rappresentano uno snodo cruciale per mettere in atto i principi dell’Open Government e stimolare modelli collaborativi tra istituzioni e comunità locali, finalizzati non solo al controllo dell’operato della P.A. ma anche allo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni che integrino e potenzino quelli già offerti dalle istituzioni pubbliche secondo la logica della co-production. Ma cosa sono concretamente gli Open Data? Quale valore possono generare per la Città? Ne discuteremo insieme durante il panel con alcuni tra i maggiori esperti e attivisti sul tema dell’Open Data in Italia.

Modera: Davide Arcidiacono (Università Cattolica del Sacro Cuore)
Con: Matteo Brunati (Community Manager Spazio Dati e Italian Correspondent per E-PSI Platform), Michele D’Alena (Digital Innovation Advisor), Gianni Dominici (Forum PA), Federico Morando (Nexa-Politecnico di Torino e fondatore di Synapta), Maurizio Napolitano (Digital Commons Lab-Fondazione Bruno Kessler-Trento)

E’ una tavola rotonda dove parleremo di molti temi che mi sono cari: Open Data, smart cities, beni comuni e Open Government. Alcuni li avevo approfonditi in un mio vecchio post di settembre 2012, “Attivare le comunità intelligenti: ovvero ripartire dal senso civico“.

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The power is where the data isn’t.“: è una questione di potere, come sempre. Questo è il punto di partenza, l’altro è che sono arrabbiato.
Non è possibile che dopo anni di esistenza del movimento Open Data in Italia, ci siano ancora così tante zone oscure. Non ci sono ancora dati disponibili in situazioni che fanno la differenza tra la vita e la morte di noi cittadini.

Ecco perché forse non sono arrivati alla gente questi Open Data: perché tutto sommato ancora non hanno sfiorato nemmeno lontanamente i temi importanti delle nostre vite.

La salute è il mio tassello di partenza.

L’amianto in particolare, non è certo un tema del passato: al Wired Next Fest il 17 settembre, il presidente Renzi ha dichiarato di voler sbloccare le risorse per il piano nazionale amianto:

Prima di ricevere le 70mila firme della petizione di Wired “Addio amianto” su Change.org consegnate da Ferrazza per una legge ad hoc e promettere di lavorare “per il finanziamento al piano nazionale contro l’amianto”

Altro tassello di attenzione: dopo il terremoto di fine agosto nel centro Italia, aiutare la mappatura è ancor più importante, dati i rischi per la salute anche per i soccorritori:

Alla fine ci sono riuscito: sono mesi che devo sistemare gli appunti su Code4Health-amianto. Il tempo è mancato soprattutto per tutto quello dedicato alla partecipazione come rappresentante di SOD al Forum OGP, con il ministro Madia e tutto il resto della società civile.

In un certo senso, l’attenzione dedicata al Forum OGP è stata utile per aumentare la pressione sulla richiesta dei dati ambientali, compreso l’amianto. Ora che parte la fase di attuazione del terzo Action Plan e si riprende a parlare di quali dati serve aprire, è necessario continuare il lavoro iniziato.

Serve collegare alcuni fili rimasti troppo tempo aperti, per capire il contesto e vedere cosa si potrà fare sul difficile tema della mappatura dell’amianto.

Per chi avesse fretta di capire cosa è stato fatto tra maggio e giugno, esiste un repository su GitHub, corredato anche di un wiki esplicativo:

-> Aiutare la mappatura sull’amianto in Italia: code4health amianto su GitHub

Per gli altri, condivido il flusso logico e le scoperte fatte da quando ho iniziato a pensare a questo strano legame: amianto e Open Data si possono parlare?

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Giornata da segnarsi quella del 23 febbraio: è non solo perchè è il giorno prima delle elezioni.

Chi è appassionato di Open Data, di trasparenza e di capire cosa diavolo potrebbe essere il valore associato, dovrebbe sapere che è l’ International Open Data Day.

Il 23 febbraio in tutto il mondo sarà una giornata di hackaton, di mani in pasta sui dati come comunità e come movimento: il sito di riferimento è http://www.opendataday.org.

It’s a gathering of citizens in cities around the world to write applications, liberate data, create visualizations and publish analyses using open public data to show support for and encourage the adoption open data policies by the world’s local, regional and national governments.

Molti si stanno muovendo in effetti. Fornendo dati ed elementi nuovi, come dati sugli edifici in tutta Europa con buildingsdata.eu

Noi italiani stavolta ci saremo, anche se con molta più divulgazione, molti più eventi di tavola rotonda, e meno lato smanettone, per certi versi. Non so se sia troppa carne al fuoco, ma forse ci farà bene.
Avere le elezioni il giorno dopo per molti versi non aiuta, soprattutto a livello mediatico.
Il sito di riferimento è:
-> http://opendataday.it

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento