Un paio di segnalazioni importanti, sul nuovo filone che popolera’ questo blog del Semarketing, iniziato qualche giorno fa:
-> Talis starts Nodalities magazine devoted to the Semantic Web

Logo Nodalities

Talis starts Nodalities magazine devoted to the Semantic Web

Talis announced Nodalities — a magazine available in print and online devoted to the Semantic Web. They describe its mission as bridging “the divide between those building the Semantic Web and those interested in applying it to their business requirements.”

Direi che seguiro’ molto bene la cosa: molto utile come servizio per diffondere l’utilita’ spicciola del Linked Data, attraverso un pdf stampato o in forma digitale da leggere nelle pause giornaliere nei nostri mille dispositivi mobili ( smartphones, n800 o Iliad che sia . ) )…
Durante il viaggio in treno, o la pausa pranzo e via dicendo…

Il mondo di Talis e’ un mondo magico, visto che si uniscono gli aspetti innovativi puramente tecnologici legati al Semantic Web e al Linked Data, al mondo delle biblioteche: mondi che mi appassionano e ai quali mi sto avvicinando sempre piu’.

Per portare esempi reali ed esempi legati al mondo del business, di applicazione di queste tecnologie, ancora poco conosciute nel mondo di tutti i giorni.

E non solo.

E magari vedere le connessioni possibili in Italia con il mondo bibliotecario: un mondo che e’ poco considerato a prima vista, ma che ha da sempre gestito la conoscenza.

Forse e’ il caso di ricordarselo, e collaborare insieme .)

Stay tuned

Puntate precedenti

-> Semantic Web at work e un po’ di marketing…

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Ho seguito per caso questi ottimi spunti da Alfondo Fuggetta e il caro Sergio Maistrello, oltre che da Federico Fasce as Kurai:

-> A proposito di WiFi cittadine
-> WiFi cittadine, ancora
-> È tutto intorno a chi?
-> Il mezzo e il fine

Mi riallaccio a quello fatto emergere da Alfonso nella ripresa finale, con alcune puntualizzazioni.
Offerte a mo’ di spunti, non ho risposte in tasca, ma e’ una riflessione doverosa da fare, di questi tempi.

C’e’ un progetto che seguo da tempo, un po’ a spot, cosa volete, le forze son sempre limitate di fatto…

Qualche volta ne ho parlato, un po’ a braccio a dire la verita’ :
-> Intervento al WaveCamp nel luglio 2007, filmato dal mitico Robin Good
-> Versione molto alfa del sito - non aggiornato alle ultime evoluzioni

Un progetto nato da passioni, idee e voglia di sperimentare, senza averne chiari gli effetti ed i possibili usi.

Leggendo pero’ i post e le idee emerse in questi giorni, mi sorge un pensiero:

combattere il Digital Divide significa che lo Stato o almeno la Societa’ non deleghi solo ad istituzioni private l’accesso o il non accesso alla Societa’ della Conoscenza, cioe’ alla Rete: tramite anche un equo controllo dell’Antitrust tutta la popolazione dovrebbe essere in grado di potersi collegare, senza eccezioni di sorta, almeno per quanto riguarda un livello minimo di accesso…

Quello che emerge, al di la’ della giusta osservazione di Alfonso di puntare tanto sul fine e non sulla singola tecnologia ( Wi-Fi in questo caso specifico ), e’ una piccola nota…

…il fatto di avere l’accesso alla Rete a costi molto, molto bassi deve essere considerato un elemento prioritario che lo Stato di cui facciamo parte dovrebbe offrirci , andando poi a delegare il resto dell’offerta al Mercato in quanto tale. Sbaglio?

Continua a leggere

Ieri mattina sono stato per un po’ alla Feltrinelli di Padova, e come al solito in queste occasioni, non sono uscito a mani vuote.

Un volume che ho preso al volo e’ stato questo:

Copertina di il mestiere di scrivere di luisa carrada

-> Il mestiere di scrivere

Nelle pause del viaggio in treno tra ieri e oggi me lo sono letto tutto d’un fiato, e devo dire che la semplicita’ e lo stile narrativo, quasi fosse un racconto, con i quali Luisa Carrada affronta temi tanto importanti quanto complessi, come lo scrivere nel mondo dei nuovi media e lo scrivere in un mondo crossmediale…
Be’ sono elementi salienti da provare, ve l’assicuro, che faccio fatica a trasmetterli attraverso le parole .)

Pieno di spunti e di riflessioni utili alla nostra vita quotidiana, nel nostro lavoro o nel nostro essere umani che comunicano, con la parola scritta che oggi riprende vita prepotentemente, sia essa all’interno di un sms, sia in un post di un blog, sia all’interno della comunicazione aziendale in un white paper, o in un messaggio di posta elettronica.

Un libro che dovrebbe essere su tutte le scrivanie, che svecchia modi di dire e parole che non vorrei piu’ dover leggere, o scrivere, presi magari come siamo al solito nel vortice lavorativo classico del markentese….

Un libro che raccoglie il mondo variegato delle conversazioni tra blog, tra comunicati stampa vecchi e nuovi, brochure e case studies, nonche’ il caos stilistico delle email, in percorsi mai banali o superficiali.

Il capitolo finale poi sulle presentazioni vale come mille libri sul tema .)

[ avevo citato un link tempo addietro proprio su Powerpoint .) ]

Mi sono perfino riconosciuto in molte frasi, proprio nella mia esperienza di persona che sfrutta lo strumento del blog per chiarirsi le idee, per segnarle e creare un percorso nello studio delle proprie passioni e non solo.
Oltre che come partenza per confronti e conversazioni su temi affini.

Bellissimo lo stile del non imporre regole agli strumenti che usiamo, ma solo del dare consigli e direttive, lasciando poi al nostro buon senso e alla nostra creativita’, il reale utilizzo degli strumenti in nostro possesso.
E la creazione delle nostre regole, del nostro stile, del nostro scrivere.

Una perla rara, che citero’ nei prossimi tempi, anche in chiave semantica…

Il libro è molto di più: parole, idee, indicazioni che ti prendono e ti accompagnano.

Da Blog aperti

Luisa tiene a sua volta un blog sul tema da diversi anni, dove sono capitato spesso e ho sempre trovato ottimi consigli:
-> Il mestiere di scrivere

Altre recensioni

-> Luisa Carrada - IL MESTIERE DI SCRIVERE
-> sConsigli di Lettura - Il mestiere di scrivere
-> Le parole al lavoro, tra carta e web

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento