In questo mese ho avuto delle grane belle grosse di salute, e ho scritto poco…
Letto molto, pensato ancora di piu’…
Le cose non accadono per caso, e occorre trarre insegnamenti preziosi, quando si ha la possibilita’ di fermarsi.
Di riprendere il controllo sul nostro tempo, su quello che stiamo facendo.
Io avevo rotto degli equilibri, che citavo diverso tempo fa…
Perdere di vista le cose davvero importanti, e’ fin troppo facile.
Per fortuna, se stiamo attenti, non e’ mai troppo tardi raddrizzare il tiro e continuare a ricrearsi.
Rimettendosi in gioco, senza mai stancarsi di imparare.
E di sbagliare. Cercando il senso del nostro essere qui.
Ma in fondo e’ la nostra Natura.
L’importante e’ poter ascoltare il nostro Io, e capire che tutto quello che ci sta intorno, volendo, e’ sotto il nostro controllo.
O dovrebbe esserlo.
E lavorare per seguire la nostra Natura, affinche’ gli strumenti e i mezzi nei quali viviamo, e che abbiamo creato, riprendando davvero la loro funzione originaria.
Lasciandoci davvero vivere in un giusto equilibrio d’intenti, ma soprattutto di poter fare quella cosa che e’ la nostra caratteristica, la nostra indole piu’ grande e , perche’ no, anche la felicita’ piu’ grande…
Vivere il nostro essere animali sociali, che hanno bisogno di relazionarsi e di confrontarsi.
Che hanno un luogo, al di fuori del tempo e dello spazio, dimensioni a noi tanto vicine, ma oggi forse, in molte forme del nostro essere, superate e vinte.
Adesso che ho spostato il dominio dagoneye.it sotto unbit, posso finalmente avere campo libero su cosa voglio fare del blog e dei mezzi espressivi che voglio affiancare, per avere una tavolozza pronta con i colori dove dico io, per esprimere i vari lati della mia persona, gli sprazzi di microcontenuti di un determinato momento, o lo sfogo di tanti altri.
Cercando di mantenere quella coerenza stilistica di intenti, che oggi si ritrova nel Semantic Web, o per meglio connotarlo, nel Linked Data, dove, senza troppi tecnicismi, si cerca di aumentare la qualita’ dei ponti che tengono insieme le nostre isole, le isole dei siti che ormai da 15 anni, sono entrate prepotentemente nelle nostre vite.
Non ho mai creduto nella convergenza esagerata di strumenti, nel tutt’uno tecnologico, ma in una giusta, chiara ed equilibrata decentralizzazione dei medesimi strumenti e di quei piccoli artefatti che esprimano la nostra profonda, e quanto mai bella e autentica natura umana, fatta di ragione e sentimento, di razionalita’ e di follia, di risate e discorsi seri, di tempo e conoscenza condivisa, di affanni e di sbuffi.
Di semplicita’ e di immediatezza, soprattutto.
Di identita’ e di riconoscimento. [ Fullout qui avra’ qc da dire… ]
E’ un po’ che penso a come poter facilitare alcune mie idee, e renderle operative, e adesso ho predisposto tutto. O quasi.
Pronti per cominciare .)
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