Riprendo velocemente la questione per segnalare un ottimo articolo che ricostruisce la battaglia mediatica intorno alla vicenda:
-> Fallujah, una battaglia mediatica

La cosa quanto meno curiosa e’ quanto poco risalto ha avuto nei nostri telegiornali e nei nostri talk show e quanto risalto abbia avuto all’estero: ma mi dimenticavo che da noi fa piu’ successo il gossip che una vicenda come questa… [ alcuni miei pensieri ]

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AGGIORNAMENTO**: a dir la verita’ proprio stasera al tg1 hanno parlato del fosforo bianco e della risposta della Rice che tende a minimizzare… oltre ad aver fatto pubblicita’ del libro di Vespa.. su un tg!! mah…

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Leggo con piacere un ottimo post di Giuseppe Granieri che interviene sulla questione Telecom… ( che ieri avevo accennato )
-> Il Padrone della Rete

Nei Paesi in cui esiste una comprensione del mondo a livello politico la connettività è stimolata, perchè attraverso l’accesso si genera valore. Alzare i costi (non solo economici) dell’accesso, riduce il valore e rallenta la crescita.

In effetti la questione e’ che al di la’ di quello che fa la Telecom e’ l’Italia e gli italiani che sono quelli che ne escono penalizzati e dal pezzo di Caravita in effetti questa mi pareva la direzione…

Internet di certo non cambia, ma come l’italiano medio lo percepisce e lo usa questo si dipende anche da come viene presentato e in qualche modo commercializzato e come ne viene gestito l’accesso

Accesso wi-fi e altro in Italia sono a dir poco da Medioevo, sia come approccio sia come uso…

Se pensiamo poi al decreto Pisanu contro il terrorismo e’ ovvio che e’ un ulteriore blocco al libero accesso alla Rete, aggiungendo inutile burocrazia dove non serve…

Il problema e’ proprio questo: a mio avviso e’ piu’ culturale che altro, e questa chiusura delle nostre ditte a capirlo hanno tagliato fuori l’Italia e gli italiani dalla rivoluzione della Rete verso un uso piu’ consapevole della stessa e dei servizi innovativi che puo’ offrire.

Perderemo piu’ tempo a spiegare le innovazioni estere che a farle, abituati come siamo a seguire approcci top-down e ad assere passivi come pochi al mondo.

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Riuscire a leggere cosa dicono della situazione italiana e di quello che accade qui da noi dalle fonti estere risulta molto interessante, ma anche filtrare l’informazione nazionale non fa male…
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Aumentare il numero di fonti e’ sempre un’ottima cosa: l’ultima iniziativa e’ quella piu’ complessa e opinabile e controversa, ma molto interessante e da approfondire sicuramente…

Intanto pero’ vorrei citare l’editoriale dell’Internazionale di questa settimana perche’ fa riflettere, perfettamente d’accordo con quanto si dice…
al di la’ della posizione politica di ciascuno sembra che dei problemi veri non si parli per la nostra classe dirigente…

È una tecnica molto semplice. Il linguista americano George Lakoff ci ha scritto pure un libro (che la nostra casa editrice, Fusi orari, sta per pubblicare): se qualcuno ti dice di non pensare a un elefante, diventa impossibile non pensarci. Ormai l’agenda politica italiana è così, determinata e controllata dalla destra, che ne decide temi, tempi e modi. E la sinistra arranca con il fiatone. Forse è arrivato il momento di respingere quest’agenda, di proporne un’altra, e magari di rifiutarsi di prendere in considerazione i temi imposti dalla destra. Cominciamo da noi, dalla nostra vita di tutti i giorni, parlando solo delle vere urgenze, di persone, posti e fatti realmente importanti. E quanto al resto, diciamo basta. La legge 194 sull’interruzione di gravidanza? Non solo non è in discussione, ma ci rifiutiamo perfino di parlarne, come non c’è bisogno di parlare del fatto che d’inverno fa freddo. Punto. - Giovanni De Mauro

Lasciatemi gettare un sasso nello stagno: in questi giorni di freddo sembra di essere al Polo a sentire i media, e invece siamo solo in inverno [_ o quasi_ ] : strano ma vero…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento