Allora qua bisogna stare attenti:

che cavolo succede?

Sapete che 2 giorni fa MS ha scandalizzato tutti per la questione del brevetto sulla serializzazione degli oggetti in XML e adesso una notizia completamente opposta a prima vista.. MS che rende aperti i suoi formati?

AGGIORNAMENTO: forse e’ stata trovata della prior-art per invalidare tale brevetto… Via Patentxpress.com

Possible prior art for Microsoft XML patent found (ZDNet UK via Yahoo! UK & Ireland News)

The row over Microsoft’s XML patent has taken another twist with the discovery of an open source application on Sourceforge for converting C++ programming objects into XML files that pre-dates the patent

Comunque questo cambio di rotta e’ una cosa che non ha molto senso per il mercato che Office ha condotto fino ad oggi e adesso spiego perche’: a meno che questa politica adesso non sia cambiata.. in come non si sa ancora…

Il fatto di avere dei formati chiusi e non documentati rende i nostri dati non appartenenti a noi ma all’unico programma che LEGGE quei dati…

Questo chiaramente ci obbliga ad usare per forza quella suite, indipendentemente dai suoi pregi o difetti…

E’ il problema che ha anche OpenOffice adesso: il passaggio non e’ semplice perche’ non e’ detto che legga alla perfezione i formati MS, visto che sono chiusi…
Se fossero aperti al contrario torneremmo noi a essere PADRONI dei nostri dati e a decidere cosa usare per leggerli o modificarli…senza un MONOPOLIO di fatto..

E tra parentesi avendo la certezza di poterli leggere nel futuro.. cosa non da poco..

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Ormai in effetti risulta chiaro: il mondo dei blogs ha molti lati positivi, ma uno di quelli negativi e’ l’accesso alle informazioni contenute nel blog stesso…

Il problema e’ che per sua stessa natura essendo modellato su un diario la cronologia e’ parte integrante del sistema, e anche il sistema di organizzazione dei posts a categorie… ma sono modalita’ “strette” di accesso….

Ora che c’e’ tutta questa moda di usare i tags e’ ora che anche questo motore di informazione lo abbia ( e in effetti ci sono vari plugin per integrare i tags e uno e’ attivo anche in questo blog.. ) ma e’ ancora limitante…

In ogni caso molti iniziano a sentire questi limiti e a porvi rimedio…

Anche digital-divide ne discute, tra l’altro:

Darren Rowse si chiede, in un post di qualche giorno fa, quanto sono importanti le categorie per organizzare i contenuti di un blog.

Rowse si risponde che le categorie sono molto importanti, da 2 punti di vista:

* in quanto mezzo di navigazione per il “lettore”
* come strumento per “aiutare” i motori di ricerca ad indicizzare il contenuto del proprio blog.

Ma è nei commenti al suo post che si trovano gli spunti più interessanti: da chi sostiene che le categorie siano indispensabili, a chi le ritiene utili ma troppo rigide per uno strumento -come il blog- che evolve continuamente, fino a chi le ritiene ormai superate dai tags.

In effetti in parte e’ vero e qui le esigenze sono diverse:

  • le categorie sono rigide e limitate, visto che modellano la realta’ in piccolo e tendono a semplificarla: in piu’ di solito sono max 20-30 al piu’…

  • tags sono un mezzo trasversale e non modellano niente, non devono essere organizzate e sono molto piu’ vicini al modo di pensare casuale che a volte abbiamo

Con i tags si crea la propria tassonomia, cioe’ una folksonomy, una tassonomia povera se volete… ma anche qui ci sono parecchi problemi visto che poi molti tags vengono a collidere o a essere sinonimi.. senza volerlo, e’ ovvio: ma usandoli senza alcuna gerarchia questo succede…e’ normale

Usare i tags invece avendo un backend RDF alle spalle che mi permette poi di gestirli anche dal punto di vista semantico, questo si che e’ scalabile e che puo’ crescere con noi..

Anche perche’ chi meglio di noi conosce quello che scriviamo nel nostro sito..

Di queste questioni mi sto interessando e a breve avrete una risposta sulle mie scelte.. qualcosa ho gia’ accennato..

Altre questioni: locale o globale?

E poi ci sono plugin che inseriscono automaticamente i tags usando il link di Technorati, ma se io volessi prima anche una visione a tag diciamo localizzata solo per il mio network?

Ovviamente lasciando aperta la possibilita’ verso l’esterno, ma anche e prima verso l’interno..

E poi adesso anche Technorati viene a soffrire della sua stessa popolarita’: troppi tags senza alcuna gestione e quindi per termini generici quasi inutilizzabili… utili a definire un uso sociale pero’…

La cosa forte pero’ e’ che usando i tag cosi a livello globale si possono creare delle sottoreti di interesse per seguire singoli eventi, tipo il Planet XTech 2005

I like his evolutionary update to the usage of the planet type site for the Xtech conference by including the recent changes from the Xtech Wiki, flickr, technorati, and Del.icio.us content aggregation related to Xtech using RSS.
I think this is so vital because so much is happening during a conference that this type of way of harvesting it all as feeds really serves a conference well.
I think much better than trying to get someone to collect information, or trying to get conference-goers to download that collective writing software for group notes.

Tutto questo possibile grazie ai tags che questi servizi offrono…
l’aggregazione e’ la chiave e la rivoluzione che stiamo vivendo.. ma solo ai primi stadi ancora…

L’unico problema: a volte viene preso materiale non inerente… e vogliamo parlare dell’abuso di certi tags?

Alla prossima :)

Riferimenti:

-> Blogs, categorie, tag: quanto sono importanti?
-> Novel Evolution of Planet Use

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Certo che a volte qualcuno e’ molto lungimirante nell’usare la Rete…

E per fortuna…

L’altro giorno ho scoperto per caso questa risorsa ( in francese purtroppo ) che si chiama Gallica, e altro non e’ che la trasposizione elettronica della immensa Biblioteca Nazionale di Parigi ( oltre 70.000 volumi )…
La cosa folle e’ che si puo’ accedere in modo del tutto gratuito a volumi storici in due modalita’: vedendo ogni singola pagina in PDF oppure leggerne la trascrizione in semplice testo… una cosa mai vista….

Magie di Internet? Non solo, visto che ci deve essere stato un lavoro immenso dietro per permettere una simile impresa…

Ma fa effetto… sicuramente..

Ecco una spiegazione piu’ dettagliata della cosa:

[…] Concluderò con la constatazione che, tra tutte le esperienze di testo sulla rete, quella che in questo momento mi appare come più utile e affascinante, e della quale mi servo più spesso, è una diversa da quelle citate fin qui.
Parlo di un’altra iniziativa, ammirevole per la sua grandiosa semplicità, che meglio di altre segna la continuità con la cultura cartacea e con la tradizione del sapere trasmesso dalla stampa: mi riferisco a Gallica [http://gallica.bnf.fr/], la gigantesca biblioteca elettronica della Bibliothèque Nationale di Parigi, un’iniziativa che non si limita alla grande tradizione della Francia, ma si apre all’Europa.

Gallica risolve con facilità il problema del passaggio del libro alla Rete, semplicemente mettendo in Rete le fotografie dei libri in formato PDF o TIFF, a partire da quelli antichi, dagli incunaboli e dalle cinquecentine.
Ciò facilita una lettura larga e senza ostacoli di un patrimonio raro e prezioso e rende assai più semplice, in molte occasioni, l’accesso al libro da parte degli studiosi.

Mentre in Italia la scoperta ministeriale dell’efficienza di stampo “privato” e “aziendale” fa sì che si debbano superare ostacoli burocratici per ottenere una fotografia non di un manoscritto, ma persino di una cinquecentina, la Francia mette cinquecentine e incunaboli in rete, li lascia “scaricare” a piacimento, con il rischio di provocare in noi un’irrefrenabile desiderio di possesso che travalica le esigenze immediate delle nostre ricerche.

La ricchezza di Gallica è enorme: viene dichiarato un patrimonio di quindici milioni di pagine.
Fra l’altro, il catalogo offre due prodotti tra loro diversi: la fotografia del libro (che può essere letta, consultata, ma non interrogata con i motori di ricerca, o elaborata statisticamente), e l’edizione elettronica, codificata generalmente in formato TXT.

Riferimenti:

-> Il testo in rete: consultazione, interrogazione o possesso?
-> Gallica

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento