Molti ormai sono abituati ad usare i tags per catalogare in modo piu’ semplice e intuitivo i propri contenuti…

Premessa: questo post prevede la conoscenza di RDF e delle ontologie, almeno a livello teorico, ma puo’ essere uno spunto per quelli curiosi: e’ quindi un post tecnico

Il problema nasce quando i tags iniziano ad essere molti e gestiscono in realta’ un’area della conoscenza, per non parlare delle lingue e dei sinonimi che entrano in gioco…

In breve c’e’ un doppio problema:

  • uno di natura semantica e linguistica: il fatto che io possa usare il tag apple per indicare la ditta mentre un altro possa indicare il frutto e una cosa non del tutto scontata quale la lingua in cui e’ scritto il tag…
  • gestire i sinonimi impliciti per i tags… iniziare a gestirli con il loro significato ed evitare doppie presenze.. esempio tecnologia e tecnologie per indicare la medesima cosa

Partiamo da un caso pratico: questo blog e’ dotato di tags… ma il loro uso e’ limitato e voglio provare a potenziarlo:

  • gestire la lingua e la collisione sintattica
  • avere un backend di RDF che gestisca il tutto

Questo chiaramente in chiave di gestire tutto il sito anche semanticamente, oltre che per i lettori umani ( in forma testuale semplice, quale e’ adesso ).

Il primo passo in effetti e’ trasformare il feed RSS1 ( totalmente RDF ) potenziandolo con il modulo per le taxonomies inserendo appunto i tags locali e le categorie per indicare gia’ nel feed il contesto dei posts… ( questa parte verra’ discussa in un post futuro ).

Il passo successivo e’ usare un datastore RDF locale per salvare in un sol colpo questo RSS potenziato con tutti i posts del blog e creare un cron giornaliero che aggiorni tale datastore.

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Ieri dopo aver aggiornato Ubuntu ho finalmente installato 2 applicativi che avevo tanto sentito e fino ad ora non avevo usato: F-Spot e Tomboy

Tomboy ho iniziato ad usarlo e mi pare parecchio potente: avere un wiki senza alcuna complicazione e poter prendere “FINALMENTE” appunti in modo non lineare e’ fantastico…

Per non parlare della comodita’ di poter inserire liste di URL e queste sono riconosciute come tali…
E lo sviluppo dovrebbe integrarsi con le mail e con gli indirizzi di Evolution…

AGGIORNAMENTO: ho trovato anche una piccola estensione per il nostro amico Firefox che facilita le note riguardo un indirizzo web particolare.. apre infatti una nuova nota con l’URL che stiamo guardando… WereBoy

F-spot invece e’ assolutamente pazzesco: non ho un Mac ma mi pare stupendo e molto simile al famoso iPhoto della Apple come gestione delle foto…
Veloce e intuitivo al massimo e’ pazzesco: per non parlare della possibilita’ di inserire tags a piacimento ( cosa che non fa iPhoto che io sappia )…

Non parliamo poi dell’estrazione automatica dei metadata dalle immagini: i dati EXIF sono gestiti stupendamente… dalla barra cronologica alla risoluzione: tutto alla portata dell’utente ma allo stesso tempo perfetto…
Ecco un esempio di interfaccia evoluta, altro che skerzi .)

Insomma due applicazioni che da sole meritano di installare l’ambiente Mono, una questione di qualche minuto…

Idee sullo sviluppo di Tomboy

Stavo pensando a due cosette: tomboy salva le note in formato XML e il nome del file e’ relativo all’ora e alla nota creata ed e’ univoco… passare queste info in RDF non dovrebbe essere cosi’ complesso,no?
Devo pensarci…

AGGIORNAMENTO: in realta’ il file XML non e’ ancora well-formed.. ma si puo’ migliorare questa situazione… esempio

L’altra questione e’ legata a cosa salva in XML: Viene salvata la posizione del cursore nella finestra nonche’ la dimensione della stessa e la sua posizione nello schermo… bello,no? :)

Avere formati aperti e modificabili e’ qualcosa di magnifico: torniamo padroni dei dati ed e’ una gran bella sensazione…

Riferimenti:

-> Tomboy Note Taking App
-> Tomboy Eases Note-Taking
-> First look: F-Spot
-> Picture Perfect and in Tune

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Ieri pomeriggio ho deciso che era tempo di aggiornare la mio distro…

e valutati i rischi ho deciso di provare.

Era una cosa che non ero mai riuscito a fare con le distro che usavo anni fa, RedHat in primis: l’aggiornamento non era stabile e conveniva fare una re-installazione da zero…
Da quando sono passato a Debian sul mio server invece uso la unstable e non sono ancora uscite nuove versioni quindi la potenza di APT in questo senso non l’avevo ancora provata…

Ma ieri ho deciso di fare il grande passo e tranne qualche errore che poi rifacendo l’upgrade veniva risolto tutto e’ andato bene: una cosa pazzesca vedere aggiornare tutto il sistema e nessun riavvio…

Il sistema ogni tanto chiede dei files di configurazione ma volete mettere windows? E poi con un aggiornamento del genere ho aggiornato anche tutte le applicazioni installate, una cosa che con Windows e’ impossibile per via delle licenze…

Avendo l’ADSL il fatto di aver scaricato quasi 600MB di materiale non e’ stato un problema, tanto piu’ che si filava a 150KB/s :)

Insomma una procedura a pieni voti che perfino all’utente inesperto una volta data qualche dritta dovrebbe essere in grado di fare perfettamente…

UBUNTU si sta rivelando veramente ottima, aggiornata e semplice da mantenere: che sia la volta buona per conquistare il desktop una volta per tutte?

Maggiori info per la comunita’ italiana qui:

-> http://www.ubuntuitalia.it/

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento