Inizio ad usare Twitter, adesso che esiste un Twitter decentralizzato semantico!! SMOB at work .)
[ _post AGGIORNATO e reso un po’ piu’ fluido al 14 giugno 2008 _ ]
Un po’ di ABSTRACT, vista la lunghezza smisurata.
DI COSA SI PARLA: si parte ad accennare ad alcune discussioni mondiali sull’uso di Twitter e dei suoi problemi, poi accenno e mostro l’uso di alcuni tool del semantic web su Twitter, e poi passo a mostrare al volo un prototipo decentralizzato semantico proprio di Twitter.
In tutto questo giro, introduco alcuni temi portanti della decentralizzazione dei dati, del valore sociale della Rete e del fatto che la vera Social Network sia la Rete stessa, anche se ha strumenti ancora imperfetti per essere gestita al meglio, rispetto alle social network del Web2.0. Che sono chiuse per definizione, cioe’ dei walled garden.
Temi che si possono riprendere in due miei vecchi post:
-> Tim Berners Lee e Semantic Web in the news…
-> Centralizzazione contro decentralizzazione: step 1
Torniamo al post adesso.
Partiamo da un assunto: Twitter non mi ha mai interessato molto, e non ne capivo la reale utilita’.
Il tempo a disposizione poi, e’ sempre un problema, per cui non mi ci ero mai avvicinato.
Pero’, si cambia idea, in effetti.
Ecco qua il mio account:
-> Dagoneye on Twitter
Ci sono stati un paio di motivi scatenanti.
Uno. Mi ha colpito molto l’idea degli Small World Network latenti di cui parla Clay Shirky nel suo ultimo libro.
In Rete molti dei contatti latenti che si fanno anche partecipando ad eventi, si rafforzano e si mantengono in forme non invasive attraverso strumenti di questo tipo.
Me ne sto davvero rendendo sempre piu’ conto.
**Due.**Un paio di interventi delle cose che seguo sul Semantic Web e sul Linked Data, che hanno re-inventato in modo sano proprio Twitter.
Visto che nell’ultimo mese, molti grandi della Rete si sono messi a discutere di come si possa decentralizzare Twitter, di come si possa aumentarne la scalabilita’ e magari pensarne una versione decentralizzata...
Ecco qualche discussione, la trovate anche a fine post comunque:
-> Distributed Twitter
-> RSS + XMPP = Decentralized Twitter
-> Embedding profile data, social graphs and content
-> Why decentralizing Twitter is so important
Sarebbe troppo cercare di riassumere i punti focali della discussione.
Diciamo che in alcuni commenti presenti in tali siti, e’ emersa l’esistenza di un prototipo di una specie di twitter decentralizzato semantico, ancora a stadi base dello sviluppo, ma funzionante .)
Perche’, anche se fino ad una settimana fa non avevo mai usato Twitter prima, ho sempre saputo della sua lentezza e del fatto che molto spesso e’ down.
Cose delle quali mi sono subito accorto, comunque.
E quindi pensarne un utilizzo reale da parte mia, sapendo che stanno nascendo delle alternative valide nel mio campo di interesse principale, mi ha incuriosito e stimolato ad iniziare a mettere insieme alcuni pezzi latenti.
Ma c’e’ anche una questione piu’ generale, legata alla forma del microblogging, che di fatto, risponde a bisogni diversi del blog medesimo, diciamo come strumento a disposizione della persona che vuole scrivere e condividere i propri pensieri, con pochissimo tempo a disposizione.
Ma anche questo post di Tommaso, alla fine, mi ha incuriosito: proprio perche’ e’ un percorso di strumenti che sto facendo anche io.
Sul post precedente ho iniziato un microblogging via Iliad, no? .)
-> Le conversazioni che escono dai blog
Emerge anche quindi che tramite twitter, o le altre forme di microblogging come tumblr, i commenti ai contenuti e quindi le discussioni sui quei contenuti, si stanno allontanando progressivamente dai blog. O almeno le discussioni non usano solo i blog come strumento a disposizione della utenza attiva.
Torniamo a noi adesso, altrimenti si allarga troppo il discorso.
Ringrazio Tommaso comunque per aver esplicitato il proprio percorso sulla fonte, e’ sempre utile rendere noto il flusso personale informativo.
Ma perche’ mi complico la vita, se esiste gia’ un servizio carino e usatissimo come Twitter, coi propri pregi e difetti, e ne cerco un altro che lo completi nelle sue debolezze? Questo e’ il punto focale.
Risposta numero uno.
Perche’ le cose che uso cerco di renderle un investimento a lungo termine il piu’ possibile compatibili con la direzione dello sviluppo e dell’evoluzione dello strumento Web, sia che si chiami Semantic Web o Linked Data, o Web3.0.
Realizzarne la visione e trarre un vantaggio pragmatico nelle faccende quotidiane e’ uno dei miei obiettivi.
Nel minor dispendio di tempo e di energie possibile.
In forme semplici e scalabili, componibili come i Lego, poi se ne ho la necessita’.
Niente di meno per ora.
Ma queste cose sono e saranno un filone di esperimenti sempre piu’ tosti, di cui terro’ traccia in queste pagine.
E’ fondamentale vedere come sia presente una minore percezione nell’utente del Web rispetto ai tempi del Web 1.0, diciamo, delle cose e del valore di quello che fa in Rete ( forse perche’ lo spettro di utenza lontana dall’IT si e’ avvicinata al mezzo ): oggi tutti sono disposti a creare valore per servizi chiusi tipici del Web2.0, senza nemmeno pensare che tutto quello che stanno donando in cambio di relazioni che creano all’interno di quel servizio, non e’ sotto il loro controllo. E che comunque in ogni momento, puo’ sparire dalla Rete.
Per n motivi.
Punto.
Cioe’, i dati e le interazioni che creo nei forum, nei servizi Web2.0, non riesco a farli tornare fuori dal servizio stesso, seza perderne le relazioni e il valore totale che creo nel sistema. E questo non tanto perche’ non si possa fare a livello tecnologico, quanto perche’ non e’ ancora un bisogno totalmente espresso dell’utenza attiva della Rete.
E ai gestori dei servizi gioverebbe meno gestire l’uscita di tali dati. Anzi.
E il tempo che si dona, condividendo parte di se’ stessi in questo mondo di bit, allora? Non ha valore?
Non si e’ coscienti che e’ uno scambio importante, e che se viene perso, e’ il nostro senso al tempo di oggi che si perde?
Mah…
Capita quindi la motivazione di intenti, un altro fattore scatenante e’ che qualcuno ha iniziato a giocare con i tool del gruppo SIMILE, che io uso spesso e che hanno un altissimo valore per far arrivare alcuni concetti che ho citato qc rigo sopra, anche alla massa totale degli sviluppatori Web che sono la’ fuori. .)
Vediamo come hanno usato ad esempio, la Timeline con Twitter:
-> Timeless Belt Of Time: How I Integrated Twitter in Timeline
E per proseguire, come sia stata inserita anche nel proprio profilo del singolo utente di Twitter:
-> Twitter timeline proof-of-concept
Ok, quindi si puo’ visualizzare il proprio flusso Twitter con la utilissima Timeline del gruppo SIMILE.
Ecco la mia, senza l’integrazione nella pagina utente:
-> Integration Test of Timeline API with Twitter API
Carino,no? E questo e’ il primo passo.
Teniamolo presente.
Ma il vero motivo scatenante della mia entrata in Twitter lo si deve ad un altro fattore, che ho solo accennato prima.
Il prototipo decentralizzato e semantico, che si chiama SMOB .)
Un cenno iniziale a Twitter decentralizzato: aperto all’aggregazione anche .) SMOB
Per chi vuole vedere SMOB gia’ all’opera, metto subito il link:
-> SMOB at work under dagoneye.it : Doing.stuff
Come poter essere sicuri di non perdere le cose postate su Twitter, poter avere la certezza di non subire i rallentamenti dovuti alla centralizzazione del servizio e avere i propri dati in casa propria…
Questa e’ la risposta, in corso d’opera, e si chiama SMOB - Semantic Microblogging
Mi ricito visto che mi pare utile inquadrare la situazione.
Questo per ora e’ solo il client, vediamo cosa fa al volo.
Partiamo dall’introduzione che ne fa Alexander Passant, uno dei realizzatori ( a very good job Alexander!! ):
our main goal was to show how Semantic Web technologies could provide an open-platform for such way of publishing content, mainly using FOAF and SIOC. Moreover, one of our aim was also to demonstrate how such technologies can provide users a way to control, share and remix their data as they want, not depending on a third-party service, a goal also shared by the dataportability project.
In that way, SMOB-published data really belongs to the user that wrote it.
Indeed, while SMOB servers (which display a faceted view of agregated posts as you can see on the demo server) store data in their local triple-store, this information (i.e. each update) is hosted on the client side and available in RDF.
Insomma, in sintesi proprio le risposte alle domande che mi sono posto all’inizio, e che racchiudono la chiave di volta per capire il reale valore di tutti i servizi Web2.0, e come noi utenti dobbiamo e possiamo forzarne lo sviluppo.
Qualche mio appunto invece sul tool:
- si puo’ postare via una semplice pagina, ora sotto accesso controllato via htpasswd e htaccess, e quando si posta, si possono selezionare quali servizi vengano pingati e quindi aggreghino il nostrto twit, in modo totalmente trasparente per l’utente. Come quando si posta si pinga un servizio che notifica a Technorati il nuovo post, per capirci meglio.
- il servizio che aggrega i twit, usa informazioni tratte dal proprio profilo personale via FOAF. Immaginiamolo come un profilo utente di un classico servizio, che sia facilmente comprensibile dai servizi Web stessi
- e’ totalmente decentralizzato, si possono creare network informativi in forme semplicissime e gia’ semantic web enabled per aggregazioni evolute successive. ci torneremo su questo
Quindi in pratica, e’ come se avessimo sotto le mani un nostro twitter personale.
Che puo’ segnalare a particolari aggregatori tematici, o lavorativi o quello che vogliamo, il nostro micropost.
Un utilizzo interessate e’ proprio anche il postare su twitter via smob, come se usassimo twitterfic, ad esempio.
Col vantaggio che abbiamo il backup locale - nel nostro dominio, in questo caso in http://www.dagoneye.it/doingstuff/data in rdf del nostro twitt.
I dati in casa, sono il nostro controllo.
Poi presenti anche su altri network.
Ma prima li abbiamo noi, in casa.
Cosa manca a colpo d’occhio al momento?
Ho inserito un todo dove segnalo le mancanze primarie: non c’e’ l’RSS del flusso associato.
E ovviamente va implementato tutto il sistema del network di amici che si seguono, e che seguono il nostro flusso.
Ma possiamo fare molto di piu’ di questo.
Ad una prossima puntata proveremo la versione server, che usa anche Exhibit per visualizzare la versione aggregata delle informazioni.
Intanto, **sono aperto a domande sulla questione **.)
Su molte cose sono andato veloce, per non allungarmi troppo.
Ma sono curioso di sapere se ci sono cose poco chiare.
semantic web at work
ps - Giusto, la pagina di SMOB, o meglio, quella di Doing.stuff, e’ la mia prima pagina in RDFa :)
Riferimenti
-> Prototype for distributed / decentralised microblogging using semantics
-> Microblogging: A Semantic and Distributed Approach - PDF Paper
-> SIOC-based microblogging
-> Distributed Twitter
-> RSS + XMPP = Decentralized Twitter
-> Embedding profile data, social graphs and content
-> Why decentralizing Twitter is so important