Il farsi media e il marketing tradizionale...
Consiglio a tutti la lettura dell’editoriale di Mantellini su Punto Informatico di oggi:
-> Contrappunti/ Attacco ai blog
Non sono cose nuove per chi si interessa ai cambiamenti sociali che la Rete sta portando da quando la semplicita’ di tenere un blog ha aperto le porte ad una nuova rivoluzione del Web, semplificandone parecchio l’accesso anche alle masse.
Sono elementi con i quali il marketing e la gestione attuale della pubblicita’ devono per forza scontrarsi, e devono evolvere in senso positivo dopo l’attuale pantano di balle e luccichii nel quale si trovano ora.
Diciamo che oggi il consumatore attento ha la possibilita’ di saltare questi canali e basarsi finalmente su fonti dirette che per esperienza diretta possono dire la loro su quel prodotto e su quella offerta: la qualita’ e la verita’ alla fine pagheranno le ditte che torneranno veramente a lavorare sulla realta’ e non su titoli promozionali finti.
Leggete attentamente soprattutto l’ultima parte di contrappunti…
Accade che fino a ieri c’è stata la dittatura del marchio. E oggi non c’è più (o c’è molto meno). La rete di informazioni raccolte direttamente dai consumatori sui blog, ma anche in mille altri luoghi della rete Internet, costruisce un patrimonio condiviso disponibile per tutti. Chiunque usi Internet oggi, se lo vuole, può recarsi ad acquistare un qualsiasi prodotto con un bagaglio di conoscenze e informazioni che spesso non solo il venditore finale non ha, ma che nemmeno l’azienda produttrice, nel caso ne avesse necessità, riesce più a tenere nascoste. Il rovescio della medaglia, quello citato nell’articolo in questione, è che certamente non sempre è facile districarsi dentro una massa di dati così ampia da contenere spesso anche tesi assurde false e fuorvianti. Quello che però tutti sappiamo, perché ne abbiamo esperienza diretta, è che oggi orientarsi liberamente ed in maniera proficua è comunque possibile: le bugie in rete hanno per fortuna gambe cortissime.
Per non parlare del legame che non dovrebbe per niente esserci dei media e delle aziende, ma lo so siamo in Italia, anomalia mondiale sotto alcuni punti di vista…
Il secondo aspetto importante mi pare essere questo. Salta agli occhi ogni giorno di più il legame perverso che ormai unisce indissolubilmente i media e le aziende. Da questo matrimonio di interessi i lettori dei giornali ed i consumatori dei prodotti risultano invariabilmente esclusi. I giornali vivono dei soldi degli inserzionisti, dalle loro prebende dipendono ormai in buona parte. La stampa mainstream autorevole e libera, a queste condizioni, è una chimera. Ed infatti nessuno ormai fra i consumatori si fida dei pareri che legge sui quotidiani o che ascolta in Tv, dove i prodotti sono tutti belli, i dischi tutti fantastici, le automobili sono tutte “al top della categoria”.